Non si ferma la macchina da guerra israeliana. Benjiamin Netanyahu vuole la testa di Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, che secondo i servizi israeliani avrebbe architettato il 7 ottobre. E per questo continua a uccidere incurante della morte di innocenti.
Oltre 90 sono state le vittime, soprattutto donne e bambini, e centinaia i feriti dell’ultimo raid che Israele ha messo a segno su Gaza nell’obiettivo di eliminare il suo imprendibile nemico giurato. Le bombe impietose dell’Idf hanno colpito un complesso nella zona umanitaria piena di sfollati di al-Mawasi non lontano da Khan Yunis, nel sud della Striscia.
L’ospedale locale ‘Nasser’ non è riuscito a far fronte all’enorme afflusso di colpiti ed ha vissuto, stando ai racconti dei medici, “uno dei suoi giorni più neri”.
Deif è vivo e così il comandante della Brigata Khan Yunis Rafaa Salameh, ha assicurato Hamas. “Tutti i martiri – ha spiegato l’esponente della fazione Abu Zuhri – sono civili e quanto accaduto è una grave escalation nella guerra genocida, appoggiata dagli Usa e dal silenzio del mondo”. Le immagini, diffuse dal governo di Gaza, mostrano un enorme cratere e gente che scava tra le macerie per cercare sopravvissuti tra grida e scene di dolore. Quello a Khan Yunis non è stato l’unico raid israeliano di oggi sulla Striscia. Hamas ha fatto sapere che in un attacco “a una sala di preghiere in un campo profughi sulla spiaggia di Gaza, a ovest di Gaza City ci sono stati 17 morti”.
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