Nell’ambito del processo Open Arms attualmente in corso, l’ex Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha difeso la sua gestione delle politiche migratorie, affermando che tutte le sue azioni erano una conseguenza di decisioni condivise a livello governativo. Salvini è attualmente in giudizio per il presunto sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio in relazione all’impedimento dello sbarco di 147 migranti dalla nave dell’ONG spagnola nel 2019
di Mario Tosetti
“Sulle politiche migratorie, ogni mia decisione era il frutto di un accordo condiviso”. Questo è quanto Matteo Salvini ha dichiarato durante il processo Open Arms che si tiene attualmente alla prigione Ucciardone di Palermo. L’ex ministro è sotto accusa per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio, riferito alla sua decisione di bloccare l’arrivo di 147 migranti salvati dalla nave dell’ONG spagnola nel 2019, durante il periodo in cui era a capo del Viminale.
Il 16 febbraio presteranno testimonianza a favore di Salvini il ministro attuale degli Interni, Matteo Piantedosi, e l’ex ministro degli Esteri, Enzo Moavero, come ha annunciato l’avvocato di Salvini, Giulia Buongiorno. Di conseguenza, il presidente della Corte, Roberto Murgia, ha deciso di posticipare il processo a tale data.
Durante un lungo intervento che ha preceduto il suo interrogatorio, Salvini ha dichiarato: “Non posso negare che ho personalmente preso la decisione in oltre 600 casi di salvataggio di migranti. Tuttavia, queste erano scelte condivise con il governo e i loro risultati sono stati eccellenti. In quei due anni, il numero di migranti salvati è stato eccezionale, e il numero delle vittime è diminuito del 50%”.
Salvini ha poi affermato con orgoglio che durante il suo mandato come ministro dell’Interno non si sono verificati episodi di tragedie legate ai migranti, contrariamente a quanto accaduto successivamente. “La politica del governo era di lotta contro il traffico di esseri umani e di impegno a coinvolgere l’Europa”, ha aggiunto.
L’ex ministro ha poi voluto fare alcune precisazioni sugli avvenimenti chiave della sua gestione delle politiche migratorie. Ricorderà il caso dell’Acquarius nel 2018, in cui l’Italia rifiutò di concedere un porto di approdo, costringendo la nave a dirigersi verso la Spagna, e il caso della Diciotti, in cui il suo approccio fu approvato sia dal presidente del Consiglio Conte che dal ministro Toninelli.
Tuttavia, Salvini ha sottolineato una svolta nelle relazioni con il premier Conte riguardo al caso della Open Arms: “Conte ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria, tranne quella relativa alla Open Arms, cosa explicabile considerando che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier”.