Navalny, il noto avversario di Putin, non risulta più nella colonia penale IK-6 di Melekhovo. Il suo team rivela che è scomparso da sei giorni e non hanno notizie della sua collocazione attuale. Viene ventilata l’ipotesi di un trasferimento in un carcere di massima sicurezza, ma senza certezze
di Carlo Longo
Alexey Navalny, avversario di primo piano del Presidente Putin, sembra non trovassi più al penitenziario IK-6 di Melekhovo. Questo è quanto rivelato dal suo entourage – riferisce Giuseppe Agliastro dell’ANSA – che dichiara di non avere informazioni certe sul suo attuale luogo di detenzione e non aver avuto notizie da oltre sei giorni. Kyra Yarmish, la sua portavoce, agita l’accusa che i funzionari del carcere, situato a più di 200 chilometri da Mosca, h”anno riferito a uno dei suoi avvocati che Navalny non figura più nella loro lista di detenuti ma si astengono dal rivelare dove sia stato spostato”, ha tuonato Yarmish in un tweet divenuto immediatamente virale sui media internazionali.
Navalny è stato condannato a 19 anni a seguito di accuse di “estremismo”, pesantemente criticate come politicamente motivate. Esiste la prospettiva che possa essere trasferito in una prigione di massima sicurezza. Questo lancia l’interrogativo: è stato spostato in un penitenziario ancora più rigido del precedente? Tutto è possibile, ma ci troviamo in un limbo di incertezze. Il trasferimento in treno di un detenuto da un carcere all’altro può richiedere settimane in Russia e le autorità spesso violano i diritti dei prigionieri non fornendo informazioni nemmeno ai familiari, almeno fino all’arrivo. Certamente, la situazione di Navalny desta preoccupazione crescente.
Negli ultimi anni, Navalny ha denunciato continui maltrattamenti e ingiuste detenzioni in celle di punizione sotto false accuse. Ma la sua salute è altrettanto preoccupante. Secondo Yarmysh, Navalny è stato male la scorsa settimana ed è stato messo sotto flebo all’interno della colonia penale. “Navalny ha avuto giramenti di testa e si è steso sul pavimento”, ha precisato la portavoce. Essa ipotizza che il suo malore potrebbe essere un sintomo di malnutrizione. Ciononostante, la causa esatta del suo malore rimane ignota, “Ma considerando che è stato privato di cibo, trattenuto in una cella priva di aria e con un accesso limitato all’aperto, sembra che sia svenuto per fame”, suggerisce Yarmysh.
Quest’oggi la portavoce ha riportato ulteriore allarmismo, rilevando che Navalny non era presente a un processo in cui avrebbe dovuto partecipare da prigione: «Da sei giorni non abbiamo notizie di Alexey e non sappiamo cosa gli stia succedendo», ha denunciato Yarmysh. Secondo lei, i funzionari del penitenziario IK-6 avrebbero spiegato l’assenza con presunti disservizi alla rete elettrica: un’ipotesi a cui non dà fondo. L’entourage di Navalny riferisce che i legali non riescono a raggiungere il dissidente dal 6 dicembre.
Accanto a questa situazione sconcertante, sfuma una catena ininterrotta di procedimenti giudiziari, tutti basati su accuse ritenute artificiose e inventate appositamente per colpire Navalny. L’ultima accusa, secondo quanto riportato dallo stesso Navalny, sarebbe di “vandalismo”. Ma sembra che il Cremlino abbia rovinosamente preso di mira anche gli avvocati di Navalny, tre dei quali sono stati arrestati in Ottobre con accuse di “estremismo” considerate infondate.
Navalny è stato arrestato nel gennaio 2021, appena tornato a Mosca da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha rischiato di costargli la vita e per il quale l’Occidente sospetta l’intelligence russa. Seppur rinchiuso, Navalny non ha mai smesso di criticare il governo e la scorsa settimana, in risposta alle presidenziali di marzo, ha presentato il suo programma “La Russia senza Putin”, incoraggiando i votanti a scegliere un candidato alternativo allo zar. Secondo il suo braccio destro, Leonid Volkov, non è una coincidenza il suo scomparire alla vigilia del voto: “Putin sa chi è il suo principale avversario in queste “elezioni”, e vuole garantire che la voce di Navalny non venga ascoltata”, commenta Volkov, mentre gli Stati Uniti rinnovano l’appello per “il rilascio immediato” del più noto oppositore russo.
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