La Federazione Russa ha annunciato ufficialmente la data delle prossime elezioni presidenziali, fissate per il 17 marzo 2024. Vladimir Putin non ha ancora confermato la sua candidatura, ma è previsto che lo farà nei prossimi giorni. Gli oppositori principali di Putin sono attualmente in carcere o in esilio, l’elezione diviene così una sorta di formalità
di Corinna Pindaro
Il Consiglio Federale della Russia ha stabilito ufficialmente la data delle imminenti elezioni presidenziali, che avranno luogo il 17 marzo 2024. Nonostante il presidente Vladimir Putin, ora settantunenne, non abbia ancora confermato la sua volontà di concorrere, gli osservatori politici ritengono che annuncerà la sua rinnovata candidatura a breve.
Secondo le modifiche costituzionali promosse sotto il suo mandato precedente, Putin potrebbe candidarsi per altre due volte, ciascuno di una durata di sei anni. Se eletto, questo sarebbe il suo quinto mandato come presidente, assicurandosi così la guida della Russia fino al 2030.
Le strategie di Putin per mantenere la ferma presa sulla politica russa, insieme alla mancanza di oppositori di peso, rendono la sua vittoria quasi certa. Gli avversari politici più influenti sono attualmente incarcerati o esiliati, alimentando ulteriori dubbi sulla genuinità dell’imminente campagna elettorale.
Nonostante le spese significative sostenute dalla campagna militare in Ucraina e la fallita rivoluzione guidata dal capo dei mercenari Yevgeny Prigozhin, la popolarità di Putin resta alta, come dimostrato dai sondaggi indipendenti.
Per ora, due persone hanno annunciato la loro intenzione di candidarsi: l’ex membro dell’Unione delle forze di destra, Boris Nadezhdin, attualmente membro del consiglio comunale della regione di Mosca, e Yekaterina Duntsova, giornalista e avvocato della regione di Tver.
Le novità includono l’introduzione del voto online, previsto in oltre trenta regioni. Si discute inoltre la possibilità di prolungare il periodo di voto a tre giorni, un’abitudine adottata durante la pandemia. Tuttavia, queste misure, insieme alle restrizioni imposte al controllo delle operazioni, creano preoccupazione tra gli osservatori indipendenti. Si teme, infatti, un’accentuata possibilità di brogli elettorali.
Il co-presidente del gruppo indipendente di monitoraggio elettorale Golos, Stanislav Adnreychuk, ha espresso la sua preoccupazione in merito. Secondo Adnreychuk, solo i candidati registrati o gli organi civici statali possono assegnare osservatori ai seggi, rendendo il monitoraggio profondamente parziale. La mancanza di trasparenza del voto online e il prolungarsi del tempo di voto, insieme alle barriere all’osservazione, rappresentano inoltre una evidente e grave minaccia alla trasparenza elettorale.
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