Le stime trimestrali sulla crescita dell’Istat mostrano un rialzo dello 0,1% nel Pil italiano per il terzo trimestre del 2023. A differenza delle stime preliminari rilasciate a fine ottobre, le cifre riviste indicano un aumento anche rispetto al terzo trimestre del 2022. Nonostante la riduzione degli investimenti fissi lordi dello 0,1%, i consumi interni finali, l’esportazione e la domanda nazionale stimolano la crescita
di Carlo Longo
Secondo le nuove previsioni dell’Istat, il Prodotto Interno Lordo (Pil) italiano ha registrato un incremento dello 0,1% nel terzo trimestre, sia in confronto al periodo precedente che al terzo trimestre del 2022. Questo segnala un miglioramento rispetto alle cifre preliminari rilasciate a ottobre, che non indicavano aumento alcuno.
L’aumento stimato nel 2023, che verrebbe confermato a meno di variazioni nell’ultimo periodo dell’anno, è dello 0,7% al terminare del terzo trimestre. L’Istat ha mantenuto le sue stime iniziali diffuse in ottobre, a dispetto della rivisitazione al rialzo della cifra del Pil trimestrale.
Confrontando con il trimestre anteriore, i consumi finali nazionali hanno registrato un incremento dello 0,6%, mentre gli investimenti fissi lordi hanno subìto una diminuzione dello 0,1%. Le importazioni hanno segnato un calo del 2% mentre le esportazioni sono salite dello 0,6%. Il sostegno alla crescita proviene principalmente da consumi di famiglie e istituzioni sociali private, contribuendo per 0,4 punti percentuali, mentre gli investimenti fissi lordi e le spesa pubbliche non hanno fornito alcun contributo.
Le scorte, però, hanno influenzato negativamente il Pil, erodendo 1,3 punti percentuali. Al contrario, la domanda estera netta ha fornito un apporto pari ad un punto percentuale.
L’Istat ha anche segnato una diminuzione del valore aggiunto nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,2%), mentre ha riscontrato dati positivi in settori quali industria e servizi (+0,3% e +0,1% rispettivamente).
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