Secondo il premier Netanyahu la guerra in Medio Oriente però è importante anche per tutti gli altri popoli in quanto si tratta di una guerra tra civiltà e barbarie e ha assicurato che al termine del conflitto garantirà un futuro sicuro alla popolazione che abita la Striscia
di Mario Tosetti
“La guerra in Medio Oriente fa parte di una battaglia più ampia tra civiltà e barbarie” e quindi ” la nostra vittoria è la vostra vittoria”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu secondo il quale Israele sta combattendo contro “un asse del terrore, che è guidato dall’Iran e comprende Hezbollah, Hamas, Houthi e i loro altri tirapiedi che vogliono riportare il Medio Oriente e il mondo a un’epoca buia”. Le affermazioni del premier israeliano arrivano dopo un incontro che ha visto la partecipazione di decine di ambasciatori stranieri convocati a Gerusalemme. A tal proposito Netanyahu ha ribadito le sue intenzioni e assicurato: “dopo aver distrutto Hamas la popolazione di Gaza potrà vivere un futuro reale, di promesse e disperanza”.
Nel frattempo il valico di Rafah è stato aperto nuovamente ai cittadini stranieri e alle persone con doppio passaporto che intendono lasciare la Striscia di Gaza. Lo ha riferito il governo di Hamas mentre si assiste all’interno della Striscia a un vero e proprio esodo della popolazione da nord verso sud. L’assedio delle forze israeliane continua incessante e da oggi gli Usa hanno schierato un sottomarino nucleare nell’area che va dall’Africa nord-orientale fino all’Asia centrale. Il tutto mentre la situazione umanitaria raggiunge livelli sempre più alti di criticità. Il World Food Program sostiene che le scorte alimentari siano sufficienti per altri cinque giorni e mentre continua a crescere il numero dei feriti che hanno bisogno di urgente assistenza gli ospedali sono sovraccarichi.
Secondo i dati diffusi da Hamas almeno 200 persone sarebbero morte nei bombardamenti della sola notte del sei novembre, mentre il bilancio totale supererebbe le 10mila vittime, tra cui 3.900 bambini e oltre 2.400 donne. “E’ necessario consentire l’ingresso di più cibo, acqua, medicine e carburante nella Striscia di Gaza per aiutare la popolazione. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato. Sono passati 30 giorni. Basta. Questo deve finire adesso”, è l’appello congiunto lanciato da Ocha, Unicef, Programma Alimentare Mondiale, Oms, Save the Children e Care International.
“Hamas usa chiaramente i civili come scudi umani”, ha dichiarato oggi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen davanti agli ambasciatori Ue. “Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale. Questo è il punto di partenza. Ci dà anche la credibilità per proporre idee su una soluzione politica, sulla base della nostra eredità di campioni della soluzione dei due Stati”, ha aggiunto, precisando che le immagini dei civili e dei bambini morti nei raid ed “estratti dalle macerie a Gaza fanno sanguinare il cuore”.
Dall’altra parte continua lo scontro tra il segretario generale Onu e Israele. “Gaza sta diventando un cimitero di bambini. Centinaia di ragazzini e ragazzine vengono uccisi o feriti ogni giorno. Nelle ultime quattro settimane sono morti più giornalisti che in ogni altro conflitto da almeno 30 anni. E non sono mai stati uccisi tanti cooperanti dell’Onu in un periodo comparabile nella storia della nostra organizzazione”, ha detto Guterres in occasione del lancio di una raccolta fondi globale per sostenere la popolazione palestinese colpita dall’offensiva di Israele. Immediata la risposta del ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen che in un post su X ha scritto rivolgendosi direttamente al segretario generale delle Nazioni Unite: “Vergognati! Oltre 30 minorenni – incluso un bebè di 9 mesi e bambini che hanno visto assassinare a sangue freddo i propri genitori – sono tenuti ostaggio nella Striscia di Gaza. Il problema a Gaza è Hamas, non le azioni di Israele per sradicarla”.
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