Il cardinale Becciu, che non era presente all’udienza, ha continuato a respingere fermamente le accuse mosse nei suoi confronti
di Mario Tosetti
Dopo un processo durato un anno e mezzo, durante il quale si sono tenute più di sessanta udienze il promotore di Giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, ha formulato le richieste di pena nei confronti delle persone coinvolte nella gestione e compravendita del Palazzo di Londra, costato al Vaticano come una vera e propria emorragia finanziaria tra i 139 e i 189 milioni di euro. In Svizzera si sono già registrati sequestri dei conti milionari dei prelati coinvolti nella vicenda del palazzo di Solane Avenue.
La richiesta per il cardinale Angelo Becciu, all’epoca dei fatti Sostituto per la Segreteria di Stato e accusato per i reati di peculato, abuso d’ufficio, subornazione di teste, è di 7 anni e 3 mesi di reclusione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. A questo vanno aggiunti 11 mila euro di multa oltre a 14 milioni di euro di confisca sulla base del danno che secondo i magistrati avrebbe procurato.
Il cardinale Becciu non era in aula ma ha fatto sapere di essere a posto con la coscienza, non essersi mai appropriato di un euro e di essere addolorato per l’immagine che ne è scaturita della sua persona. “Ciò che mi ha più ferito è stato che il Promotore di Giustizia non ha portato uno straccio di prova per suffragare le sue accuse, ma mi ha descritto in modo assolutamente deformante, finendo per sfregiare la mia figura di uomo e di prete. Respingo con sdegno e ribrezzo le frasi insinuanti e offensive sulla mia vita sacerdotale e di servitore del Papa! Non può un uomo che si vanta di operare a nome del Papa cadere in simili bassezze! È una pagina dolorosa non solo per me e la mia famiglia, coinvolta ingiustamente, ma per la stessa Chiesa: a essere traditi sono l’intento con il quale si è dato avvio a questo procedimento e il modo con cui i Sacri Canoni definiscono il ruolo del Promotore di Giustizia, ovvero ricercare effettivamente la verità e la giustizia, rallegrandosi anche quando si trova evidenza dell’innocenza dell’imputato. Sono dolente di doverlo affermare, ma questo non è avvenuto! Non so davvero come sia stato possibile tentare di stampellare iniziali accuse di colpevolezza dopo tutto quello che il processo ha dimostrato. Spero che tutta questa sofferenza finirà presto”.
Il promotore di giustizia Vaticano ha complessivamente chiesto, per i dieci imputati sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdittive e pecuniarie di vario tipo. Nel dettaglio, il pm Diddi ha chiesto per Brullhart 3 anni e 8 mesi; per mons. Carlino 5 anni e 4 mesi; per Crasso 9 anni e 9 mesi; per Di Ruzza 4 anni e 3 mesi; per Cecilia Marogna 4 anni e 8 mesi; per Mincione 11 anni e 5 mesi ; per Squillace 6 anni; per Tirabassi 13 anni e 3 mesi; per Torzi 7 anni e 6 mesi.
“Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”, hanno scritto in una nota gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del Cardinale Becciu che continua, “sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotoreneanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa e ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate a estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza”.
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