A Pechino lo storico incontro tra il ministro degli Esteri dell’Arabia saudita e quello dell’Iran. Entrambi i ministri hanno concordato sul fatto che la ripresa delle relazioni diplomatiche contribuirà in modo determinante alla sicurezza nel Medio Oriente
di Emilia Morelli
A Pechino è avvenuto il secondo incontro storico, simbolo di un concreto riavvicinamento tra due potenze rivali del Medi Oriente: il bilaterale tra il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita e quello iraniano. Le relazioni diplomatiche tra l’Arabia Saudita sunnita e Iran sciita sono state interrotte nel 2016. Risale allo scorso marzo l’annuncio di averle nuovamente avviate, al termine di trattative avvenute sotto l’egida di Pechino.
Il riavvicinamento è stato confermato dai due ministri che hanno ribadito come la collaborazione tra i due Paesi contribuisca alla “sicurezza, stabilità e prosperità” dell’Intero Medio Oriente.
Al termine dell’incontro, nel corso della conferenza stampa congiunta, il ministro saudita Faycal ben Farhane e quello iraniano Hossein Amir-Abdollahian hanno dichiarato: “Le due parti hanno concordato di sviluppare la loro cooperazione in tutti i settori, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità della regione”.
Le relazioni tra i due Paesi erano state bruscamente interrotte dall’Arabia Saudita nel 2016 dopo che la sua ambasciata a Teheran era stata distrutta durate. Il Paese ha chiesto, immediatamente, ai diplomatici iraniani di abbandonare il Paese entro 48 ore e allo stesso tempo ha evacuato i sauditi rimasti in Iran. Ma, avvisaglie di un irrigidimento dei rapporti c’erano state già nel 2015 quando l’Arabia Saudita era intervenuta nella guerra in Yemen, dove il movimento huti sostenuto dall’Iran aveva fatto cadere il governo sostenuto dai sauditi.
Il motivo principale della decisione di riprendere i rapporti diplomatici risiede tendenzialmente nella ricerca di una maggiore sicurezza, necessità condivisa da entrambe le potenze islamiche. Dal punto di vista dell’Arabia, inoltre, la pace con l’Iran è vista come una condizione per perseguire gli obiettivi di diversificazione economica Vision 2030, mentre per l’Iran la pace si colloca in una più ampia strategia di deescalation regionale ed è forte la convinzione che grazie alla ripresa dei rapporti si assisterà ad un rilancio dell’economia.
L’accordo, mediato da Pechino, rappresenta una vittoria diplomatica per i cinesi perché gli stati arabi del Golfo si rivolgono con crescente interesse alla Cina di fronte al disimpegno degli Stati Uniti. Il primo banco di prova per testare la solidità delle ritrovate relazioni diplomatiche sarà la lunga guerra nello Yemen, un conflitto in cui l’Iran e l’Arabia Saudita continuano a sostenere su fronti opposti le parti in guerra.
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