Crisi in Ucraina, crisi alimentare, instabilità nel Nord Africa, cybersicurezza: nella Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2022 troviamo raccolti tutti i dati raccolti dall’Intelligence, nei limiti del vincolo della riservatezza, per la salvaguardia della sicurezza della Repubblica
di Mario Tosetti
La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2022 offre, nei limiti del vincolo imposto dalla riservatezza, un dettagliato quadro sulle attività svolte dall’intelligence per la sicurezza della Repubblica. Partendo dalla guerra in Ucraina, si parla della minaccia anarchica, ma anche dell’instabilità del Nord Africa e dei cyber attacchi subiti.
“La Relazione dell’ Intelligence descrive le ripercussioni che in tutto il mondo hanno gli scenari di crisi. L’invasione russa, ad esempio, non ha effetti solo a Kiev, o solo in Europa ma ne causa anche al centro dell’Africa, dove arrivava il grano ucraino in tempo di pace. Viene illustrato un sistema di cerchi concentrici, come quandosi butta un sasso in uno specchio d’acqua. Emerge una condizione di ‘terza guerra mondiale a pezzi’ per usare le parole di Papa Francesco”, ha spiegato il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, in occasione della presentazione della Relazione a Roma, a Palazzo Dante, sede della Presidenza del Consiglio. Presente anche la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni, il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini e i direttori di Aise e Aisi, Giovanni Caravelli e Mario Parente.
Nel dettaglio la relazione, partendo dal conflitto in Ucraina, analizza il fenomeno dell’instabilità globale caratterizzata dal fenomeno migratorio, la crisi alimentare nel mondo, il processo di regionalizzazione del terrorismo jihadista. A corredo del documento sono state realizzate numerose infografiche, in grado di fornire un’immagine diretta delle evidenze acquisite dall’Intelligence nei vari campi d’azione: dalla sicurezza economico-finanziaria a quella cibernetica; dalla prevenzione e contrasto della minaccia ibrida alle attuali forme del terrorismo jihadista, dell’eversione e dell’estremismo; dai profili dell’ingerenza criminale alla sicurezza ambientale.
“La sfida dell’Intelligence è giocare in anticipo, prevedendo gli scenari futuri in un quadro complesso dove non ci sono confini”, ha sottolineato il direttore del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Elisabetta Belloni che ha ribadito che si tratta di “Una Relazione rinnovata, razionalizzando i contenuti e puntando sulla grafica. L’accento è sulla natura globale della minaccia sull’interdipendenza dei fenomeni, sulla dimensione planetaria della sfida che l’Intelligence deve affrontare”. L’obiettivo, ha aggiunto Belloni, “è rendere fruibile il lavoro dell’Intelligence, salvaguardando l’esigenza di riservatezza. La nostra attività si svolge in silenzio, dietro le quinte, ma è fondamentale per la sicurezza del Paese”.
Anche il presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, ha evidenziato l’importanza della Relazione parlando della legge di riforma dell’Intelligence del 2007. “La legge 124, possiamo dire a 15 anni dalla sua approvazione che quella architettura ha dimostrato grande capacità di funzionare. Dovremo riflettere e ragionare per aggiornarla, anche in relazione a uno scenario che è profondamente cambiato, ma che vede nel controllo del Parlamento un caposaldo essenziale. Il ruolo di controllo svolto dal Parlamento, attraverso l’attività del Comitato, è fondamentale il sistema funziona sulla base di un equilibrio e dalla capacità di interazione tra i segmenti che compongono questo sistema: il governo, gli apparati di sicurezza e l’attività di controllo del Comitato”, ha affermato Guerini.
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