I sindacati dei gestori degli impianti delle pompe di benzina hanno indetto uno sciopero per il 25 e 26 gennaio, vogliono dimostrare che il governo è il vero responsabile dell’impennata del prezzo del carburante. Immediata la convocazione in vista di una possibile mediazione da parte dell’esecutivo. All’incontro parteciperanno Urso, Giorgetti e Mantovano
di Mario Tosetti
I gestori degli impianti delle pompe di benzina hanno dichiarato l’intenzione di voler scioperare i prossimi 25 e 26 gennaio, le organizzazioni sindacali hanno sottolineato che non si tratta di una rivendicazione ma intendono fare conoscere all’Italia i veri motivi dell’aumento del prezzo del carburante.
Le organizzazioni sindacali dei gestori (Faib, Fegica e Gigisc) in una nota congiunta hanno scritto: ”Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Per porre fine a questa ondata di fango contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio”.
Il governo Meloni per i gestori delle pompe di benzina “è a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla Categoria – prosegue la nota -. È un imbroglio mediatico al quale le Organizzazioni di Categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei Gestori”.
A fronte della “minaccia” dello sciopero il governo ha tentato di intavolare una mediazione convocando i benzinai alle 11.30 a Palazzo Chigi per il 13 gennaio. All’incontro parteciperanno il ministro per le Imprese e per il Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano.
La convocazione è stata accolta con favore dalle associazioni di categoria dei gestori delle pompe di benzina. “Vediamo domani come evolve la situazione, l’impegno che ha preso il governo nel convocarci ci soddisfa. Sarebbe scorretto dare una risposta di assenso o contraria all’interruzione dello sciopero perché ci sono altre due associazioni”, ha detto Giuseppe Sperduto, Presidente della Faib-Confesercenti, precisando che “l’impegno che si è assunto il governo nel convocarci non è di poco conto ci dà un’alta considerazione”.
Nel frattempo la questione del rincaro del carburante è stata oggetto di discussione anche durante il question time al Senato del ministro dell’Economia. “In ogni caso, il governo si riserva di adottare le misure di riduzione delle accise in funzione di una norma che, come avrete modo di vedere nel decreto legge approvato il 10 gennaio 2023, consentirà un’azione in questo senso da parte del governo in relazione all’incremento verificato dei prezzi dei carburanti. Qualora fosse necessario, difronte ad un aumento significativo, si potrebbe fare riferimento alla legge 244 del 2007 (la Finanziaria 2008) che consente al governo di adottare un decreto per abbassare le accise se aumentano le entrate Iva e se il prezzo supera di almeno il 2% il valore indicato nel Def” , ha affermato Giancarlo Giorgetti.
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