di Emilia Morelli
Le dichiarazioni della ministra per gli Affari europei del governo francese, Laurence Boone, hanno fatto storcere il naso alla premier in pectore, Giorgia Meloni che ha ribattuto immediatamente: “penso che qualunque italiano possa sentirsi rappresentato dalla segnalazione circa il fatto che l’Italia è perfettamente in grado di badare a se stessa senza ingerenze”. Boone in un’intervista a Repubblica, infatti, aveva manifestato la volontà di “vigilare sul rispetto diritti e libertà” in Italia oltre che sul “rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”, senza contare ha ribadito l’importanza “che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni”. Su quest’ ultimo punto Meloni, nella sua replica, ha sottolineato che la politica estera del suo esecutivo sui grandi temi non cambierà: “La posizione di FdI è stata estremamente chiara dall’opposizione” e “non c’è ragione che cambi”.
A sostegno di Meloni, in questa vicenda si sono schierati sia Sergio Mattarella che Mario Draghi il che è stato recepito da Fdi come la volontà sia del Colle che di Palazzo Chigi di dare vita ad un passaggio di consegne con il nuovo esecutivo senza contrasti. Ed i compiti che avrà il nuovo Esecutivo non sono certo pochi, oltre all’emergenza gas, che vede in Ue convergere sull’ipotesi di un price cap flessibile, resta prioritario il Pnrr. Dopo quello che è stato definito uno “scontro Meloni-Draghi” sui possibili ritardi ereditati dal governo uscente, il commissario europeo per gli Affari Economici Paolo Gentiloni ha fatto luce sulla questione specificando che l’Italia “fin qui ha raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti” e che si tratta di “una corsa contro il tempo” che “deve continuare”.
Ad ogni modo il prossimo esecutivo, ancor prima di essere formato, risente già di numerose pressioni. “Stiamo vivendo un paradosso in cui la sinistra, attualmente al governo, scende in piazza contro ‘le politiche del governo Meloni’ non ancora formato. Comprendo la voglia di protestare dopo anni di esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell’attuale disastrosa situazione, ma il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all’Italia”, ha scritto la leader di Fdi su Facebook che ha poi assicurato: “A breve volteremo finalmente pagina”.
Tuttavia, per il momento, rimane totale incertezza sulla squadra di governo. Premesso che Meloni puntava a chiudere la partita entro il 20 ottobre è necessario che al più presto il centrodestra riesca a trovare l’intesa sulla presidenza delle Camere, convocate per il 13 ottobre. Di fatto le trattative procedono in maniera zoppicante e nè Salvini nè Berlusconi intendono indietreggiare di un millimetro dalle loro richieste. In proposito Antonio Tajani ha, senza mezzi termini affermato: “noi chiediamo pari dignità con la Lega perché abbiamo preso lo stesso numero di voti” alle elezioni. Non solo, la squadra dovrà essere formata dal “maggior numero possibile di politici. Ci sarà qualche tecnico di qualità e di spessore, ma non può essere un governo di tecnici”.
L’oscurità, dunque, regna e le variabili in gioco sono davvero tante. A cominciare dal ministero dell’Economia, al quale sembra sarà posizionato un tecnico sebbene non si sappia ancora chi. Dopo il no di Fabio Panetta, attuale membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, Meloni sarebbe ancora in cerca di una figura di alto profilo. Incertezza anche per quanto riguarda la questio di Salvini, che sembra abbia rinunciato al Viminale, ma ha rilanciato sulla necessità di dare vita al “Ministero della Famiglia e della Natalità”, ipotesi che per ovvie ragioni fa già discutere in Europa. La Lega, inoltre, ha richiesto Giulia Buongiorno alla Giustizia e le nomine dei titolari dei dicasteri dell’Agricoltura e delle Infrastrutture. Forza Italia, invece, vuole in prima linea la fedelissima di Silvio Berlusconi Licia Ronzulli ad un ministero di peso, quale Sanità o Istruzione.
Non sembra, invece, ci siano problemi per l’upgrade di Antonio Tajani, dato sempre in pole per gli Esteri, e di Anna Maria Bernini, già ministro per le Politiche Ue. Per quanto riguarda il ministero dell’Interno il ‘borsino’ conferma la presenza di un tecnico, e continua a circolare con insistenza il nome del questore di Roma, Matteo Piantedosi, ex capo di Gabinetto di Salvini quando era al Viminale.
Fdi si riserva, comunque, certamente il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nella persona di Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo di Meloni. Raffaele Fitto è favorito per gli Affari europei, Daniela Santanché per il Turismo. Dentro per FdI ci sarebbe pure Fabio Rampelli, che potrebbe accasarsi all’Ambiente, alle Infrastrutture o alla Cultura (ma per questo incarico si parla pure di Giordano Bruno Guerri).
Al ministero della Giustizia Meloni alla Buongiorno preferisce l’ex pm Carlo Nordio. Svanite, invece, le prospettive di La Russa alla Difesa, per la regola voluta da Meloni che nessuno dei suoi potrà rivestire il ruolo ricoperto in passato e sarebbero in discesa le quotazioni come Presidente del Senato. In questo caso l’esponente di FdI o andrebbe a Palazzo Chigi come sottosegretario o potrebbe fare il capogruppo a Palazzo Madama in attesa di un futuro incarico prestigioso.
Certo è che, considerati i tempi strettissimi, la prossima settimana sarà dirimente. E’ previsto il vertice tra i tre leader del centrodestra, ma molti ritengono che l’incontro ufficiale sarà preceduto da una serie di contatti informali che precederanno il giorno in cui presumibilmente tutto dovrà essere deciso, il 13 ottobre.
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