di Corinna Pindaro
Il prezzo del gas continua a salire arrivando sopra i 200 euro, segnando sul mercato internazionale di Amsterdam un rialzo dell’8%. Complice dell’ulteriore aumento è certamente il tragico episodio delle perdite di gas sottomarine nel mar Baltico dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 a cui è seguito un continuo di accuse reciproche tra Unione Europea, Russia e Usa. Lo scenario è allarmante, i tre tubi coinvolti nelle fuoriuscite potrebbero non funzionare mai più. Lo fa sapere il giornale tedesco Tagesspiegel che citando fonti di governo aggiunge: “se i tubi non verranno riparati subito l’acqua salata finirà per corrodere il materiale di cui sono fatti”.
Ma non solo, un altro giornale tedesco, Bild, si spinge a formulare una teoria su un presunto sabotaggio ad opera del servizio segreto militare russo Gru. Nel dettaglio sarebbe direttamente coinvolta la 561ma brigata marina, di stanza a Kaliningrad sulla costa baltica, che sarebbe stata “addestrata per attacchi a grandi profondità”, dotata anche “di droni subacquei e di due mini-sommergibili”. Secondo il quotidiano che cita “ambienti Nato” la tesi sul diretto coinvolgimento del Gru è confermata dal fatto che è proprio a questa brigata che spetta la salvaguardia del gasdotto. Tuttavia, l’attacco sarebbe stato probabilmente condotto all’insaputa di Gazprom in quanto per il corretto funzionamento del Nord Stream si ci affida a “microfoni, sensori e telecamere, con un monitoraggio 24 ore su 24, sia all’interno che all’esterno” dei tubi, apparecchiature tutte gestite dal Gru.
Ovviamente la Russia ha immediatamente smentito le accuse, ha fatto sapere di aver richiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu -fissata per il 7 ottobre- e ha addossato la colpa del sabotaggio alla Nato sottolineando che l’organizzazione ha nei suoi comparti specialisti perfettamente in grado di compiere questo genere di attacchi. Intanto, da Washington si ci è affrettati a definire ridicola l’ipotesi che gli Usa siano coinvolti con l’incidente del Nord Stream.
Nella diatriba si è direttamente esposto il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovski, che ha parlato di “atti deliberati” ai danni dei gasdotti e sottolineando che “ogni interruzione delle forniture energetiche europee è inaccettabile e troverà una risposta robusta e unita”.
Nel frattempo in Ucraina siamo di fronte ad una vera e propria nuova escalation di violenza, a seguito dei referendum “farsa” indetti da Mosca per l’annessione delle regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Da un lato le immagini dei cinque giorni di votazione mostrano i pochi ucraini rimasti nel loro Paese recarsi a votare dietro la minaccia delle armi ma, dall’altro l’esito della votazione seppur non libera ed equa consentirà alla Russia di annettere i territori dando vita ad una nuova pericolosa fase del conflitto. Si ritiene che di fronte alle recenti e umilianti battute d’arresto sul campo di battaglia delle forze del Cremlino in Ucraina, il Presidente russo Vladimir Putin abbia usato il voto per cercare di costringere l’Ucraina a fermare la sua controffensiva. Se non lo farà, ha avvertito il Cremlino, Kiev rischia una devastante escalation del conflitto, fino all’uso del suo arsenale nucleare.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha così annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che comprende “un nuovo elenco di persone fisiche ed entità, tra cui personalità del ministero della Difesa, sottoposte a sanzioni, e ulteriore restrizione al commercio tra cui nuovi divieti all’importazione di prodotti russi, che priveranno l’economia russa di 7 miliardi di ricavi, e un nuovo elenco di prodotti che non possono essere esportati in Russia, in particolare le tecnologie chiave necessarie per la sua macchina da guerra”.
La minaccia è, comunque, concreta e reale. E’ stato diramato un “security alert” dall’ambasciata Usa a Mosca in cui si legge: “I cittadini americani non devono recarsi in Russia, e chi già vi si trova in viaggio o è residente dovrebbe partire immediatamente mentre rimangono disponibili limitate opzioni di voli commerciali. Il governo russo ha iniziato a mobilitare i suoi cittadini nell’esercito a sostegno dell’invasione in Ucraina, la Russia potrebbe rifiutarsi di riconoscere la doppia cittadinanza per americani, negare loro accesso all’assistenza consolare, impedire loro di lasciare la Russia e arruolare cittadini con doppia cittadinanza”. “I voli commerciali a disposizione sono estremamente limitati e spesso non disponibili con poco anticipo – prosegue l’alert – sono ancora aperte le disponibilità di viaggi in macchina ed autobus. Se volete lasciare la Russia, dovete organizzarvi in modo indipendente al più presto possibile. L’ambasciata Usa ha gravi limitazioni nell’assistenza dei cittadini e la situazione, comprese le possibilità di viaggi, potrebbe improvvisamente diventare più limitata”. “Ricordiamo ai cittadini americani che il diritto di riunirsi pacificamente e la libertà di espressione non sono garantiti in Russia – conclude l’alert – evitate tutte le proteste politiche e non fotografate agenti di sicurezza durante questi eventi. Le autorità russe hanno arrestato cittadini americani che partecipavano a dimostrazioni”.
Analoghi inviti ai connazionali a lasciare immediatamente la Russia sono pervenuti dai governi di Bulgaria, Polonia e Romania.
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