Di Annachiara Mottola di Amato
Lunedì scorso si è svolta a New York l’edizione 2022 dei premi Pulitzer, conosciuti soprattutto a livello mondiale per le 15 categorie di giornalismo, oltre che di letteratura musica e teatro. Il Premio, da quando venne istituito nel 1917 per volontà del giornalista ed editorialista Joseph Pulitzer, viene assegnato ogni anno dalla Columbia University of New York e rappresenta il massimo riconoscimento nel giornalismo a livello americano e internazionale.
Quest’anno ad aggiudicarsi il premio più prestigioso, la medaglia d’oro al Servizio Pubblico, è stato il Washington Post per il suo reportage sull’assalto da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il New York Times, invece, ha vinto il maggior numero di premi: Cronaca Nazionale, con un’indagine sull’uso della violenza nei controlli stradali della Polizia che ha portato all’uccisione di circa 400 persone disarmate,Cronaca Internazionale, per l’inchiesta che ha portato alla luce un archivio segreto di documenti del Pentagono sulle vittime civili dei raid aerei americani in Medio Oriente dal 2014 e che ha evidenziato la presenza di opacità ed errori sistematici nelle operazioni militari, e Critica con gli articoli di Salamishah Tillet sulle influenze della comunità afroamericana nella cultura pop, concentrandosi in particolare sulle forme artistiche ispirate dall’uccisione di George Floyd.
Ai giornalisti del Tampa Bay Times, Florida, è andato il premio per il miglior servizio di giornalismo investigativo per Poisoned, il lavoro che denuncia i pericoli ambientali di una fonderia di piombo a Tampa, e le gravi conseguenze per la salute dei lavoratori.
La Reuters si è aggiudicata il Premio per il miglior servizio fotografico per il fotoreportage sulla pandemia in India mentre quello per migliore Fotografia della ultim’ora è andato al Los Angeles Times “per le immagini che ritraggono in modo crudo e potente la ritirata degli Stati Uniti dall’Afghanistan” e all’agenzia fotografica Seattle Getty Images per le foto dell’attacco al Campidoglio a Washington.
Nella narrativa, invece, ha vinto lo scrittore americano Joshua Cohen con il romanzo il The Netanyahus (edito dalla New York Review Books), ispirato alla figura di Benzion Netanyahu, il padre del politico israeliano, Benjamin Netanyahu.
Durante la cerimonia di assegnazione i presidenti John Daniszewski, Katherine Boo e Gail Collins hanno dedicato un momento e un premio speciale ai giornalisti ucraini in generale per la copertura della guerra in corso ma anche per il loro impegno nel documentare gli effetti reali dell’invasione russa, disvelando così i tentativi di Putin di creare narrazioni alternative degli eventi. Daniszewki ha voluto poi citare nel suo discorso anche i nomi di 12 giornalisti uccisi nella guerra russo-ucraina e di 8 uccisi in Messico quest’anno. “E’ necessario ricordare, infatti, il grande lavoro svolto dal giornalismo indipendente oggi”- ha affermato- nonché “l’estrema pericolosità di questo momento storico per molti giornalisti che in tutto il mondo affrontano grandi rischi per portare avanti con coraggio il proprio lavoro: raccontare al pubblico storie vere e rivelatrici.”
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