Le ragioni che negli ultimi mesi hanno fatto crescere il costo delle forniture elettriche, le soluzioni già ora praticabili dal consumatore
di Carlo Longo
La strada maestra per pagare bollette meno care è in fondo semplice da vedere e facile da intraprendere. La prima scelta giusta da compiere viene al momento della sottoscrizione del contratto di erogazione di energia elettrica. Qui basterebbe scegliere l’opzione a tariffa fissa, che è di per sé più conveniente e che, evidentemente, mette a riparo da qualsiasi rischio di aumento imprevisto. Questa strada porta dunque ad un risparmio certo e programmabile. La seconda soluzione è quella di spingere di più i consumi sulle energie rinnovabili. Questa è una opzione ecologica, di lungo respiro, che svincola il nostro paese dalle pericolose importazioni di combustibili fossili e che, nel tempo, consente ai produttori di contenere i prezzi al consumo.
Queste sono due scelte attraverso le quali i consumatori con i loro comportamenti potrebbero utilmente spingere il mercato e gli operatori a produrre meglio e a praticare prezzi più contenuti. Eppure tutto questo non accade con facilità perché ancora le cose, anche quando sono semplici, non sono chiare a tutti. Accade così che il “caro bolletta” di questi ultimi mesi oltre a creare allarme nelle famiglie ha provocato una certa confusione, con il consumatore medio che troppo spesso ha erroneamente addebitato gli aumenti delle tariffe agli operatori.
Posto che soluzioni contenutive dei prezzi, come abbiamo appena visto, già ci sono, cerchiamo ora di fare chiarezza e di comprendere quali siano le vere ragioni dei rincari, che certamente ci sono stati e che altrettanto certamente hanno colto di sorpresa le famiglie italiane.
La prima verità da tenere bene a mente è, come dicevamo, che la produzione di energia elettrica dipende ancora in buona parte dai combustibili fossili. Ciò significa che se aumenta il costo del gas, inevitabilmente aumenta anche il costo della produzione di energia elettrica. Ed è esattamente quello che è avvenuto qui da noi come negli altri paesi dipendenti dall’export di materie prima di natura fossile.
Il costo del gas è cresciuto in modo rapido e consistente a causa delle attività economiche partite a ritmi decisamente sopra la media subito dopo le riaperture post-pandemiche. Picchi di consumi a fronte di scarsità di materia prima che, inevitabilmente, hanno provocato un consistente aumento dei costi di produzione e quindi delle bollette.
Per dare una dimensione più esatta del problema è utile ricordare che il 90% del gas utilizzato in Italia arriva dall’estero, circostanza che impedisce al nostro paese qualsiasi possibilità di intervento. A questo si aggiunga che per i produttori ai costi generali vanno sommate le tasse per i diritti di emissione di CO2. Insomma, tra i rincari delle materie prime e le tassazioni connesse si comprenderà quanto gli aumenti registrati negli ultimi mesi fossero ineliminabili e indipendenti dalle capacità o dalle volontà degli operatori.
Questa ricostruzione dei motivi che hanno determinato l’aumento dei costi delle produzioni energetica è anche la ragione per la quale gli esperti spingono sulla necessità per tutti quei paesi come il nostro ancora dipendenti dalle fossili di accelerare gli investimenti e la realizzazione di impianti da energia rinnovabile.
Quando la produzione di energia proveniente da queste fonti sarà arrivata a coprire il 60-70% della produzione totale, allora anche un aumento del gas delle proporzioni registrate negli ultimi mesi avrà ripercussioni molto più basse sul prezzo dell’energia elettrica rispetto a quelle registrate in questo ultimo quadrimestre del 2021.
Tutto questo spiega perché occorre puntare con determinazione sulle energie rinnovabili. Sono le uniche fonti che renderanno il nostro paese più sostenibile in termini ambientali e più autonomo in termini produttivi. Sono le uniche che ci consentiranno di evitare gli aumenti di questi giorni. Le rinnovabili poi, giova ricordarlo, rappresentano anche la direzione tracciata dall’Europa con il suo “Green Deal”, un accordo che l’Italia si è impegnata a seguire.
Occorre dunque insistere su questo percorso, rafforzare tutti gli sforzi per raggiungere il prima possibile gli obiettivi che ci siamo prefissati. In questo senso la consapevolezza dei consumatori è certamente uno di quei fattori critici da migliorare in modo che gli apparati produttivi privati e quelli amministrativi pubblici possano lavorare meglio e più rapidamente.
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