L’Italia del digitale sta crescendo molto, ha detto il co-direttore del gruppo industriale, ma rimane dietro rispetto ad altre realtà anche europee e per questo é importante che la difesa, con i suoi grandi programmi d’investimento, dia un contributo al progresso del comparto
di Ennio Bassi
Il numero di conflitti e di tensioni che ci sono nel mondo e l’evoluzione digitale stanno influenzando fortemente la pianificazione e la visione del futuro da un punto di vista del business. Lo ha sottolineato il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, intervenendo alla conferenza “La Geopolitica del digitale e le nuove sfide della politica internazionale”, che si è tenuta alla Dome, il centro congressi della Luiss. “In particolare -ha spiegato Mariani- quasi tutto il piano strategico di Leonardo realtà industriale ruota intorno al digitale, ma su due filiere distinte: una è quella che noi chiamiamo business tradizionale, quello che abbiamo sempre fatto e cioè aerei, elicotteri, elettronica per mare, terra, nave; l’altra è in settori veramente innovativi, di cui di fatto stiamo parlando anche oggi, essenzialmente spazio e cyber”.
Le tecnologie si muovono in maniera rapida, ha osservato, e tutti i settori continueranno certamente ad avere i loro prodotti e i loro sistemi ma dovranno fare i conti con un elemento divenuto primario che è “l’interconnessione, la rete, i dati”. Pertanto “noi non dobbiamo immaginare delle armi molto diverse da quelle di oggi, ma dobbiamo immaginare”, ha spiegato,” dei sistemi in generale estremamente connessi tra loro, quindi con una banda sempre maggiore, con tecnologie sempre più efficaci per scambiare i dati”. Mariani ha riferito che a questo proposito che ad esempio “si sta pensando a un sistema di sesta generazione che in sostanza fa parlare tutti i mezzi, aerei, navi, carri armati, gli uni con gli altri attraverso il satellite, e non solo, anche con i soldati” e altri interlocutori. “Questo chiaramente – ha rimarcato citando il generale Giovanni Gagliano, capo del VI Reparto Informatica, cyber e telecomunicazioni dello Stato Maggiore della Difesa, tra i relatori dell’incontro – da un lato sancisce il trionfo del digitale, dall’altro lato costituisce una porta per una vulnerabilità cyber”. Espressioni entrambe di quel “multidominio che pervaderá trasversalmente tutti i sistemi”.
“Partendo da questi presupposti – ha proseguito Mariani– le sfide che vediamo sono essenzialmente tre. Una sfida sicuramente tecnologica, perché effettivamente queste sono tecnologie più pervasive di quanto lo fossero quelle tradizionali. Sono delle tecnologie che si sviluppano molto più rapidamente e molto spesso le industrie tradizionali non sono attrezzate a rispondere. La seconda è quello della supply chain. L’Italia è terra di piccole medie imprese. Imprese, tipicamente competitive e dotate di inventiva e di intraprendenza, che però operano in un sistema troppo frammentato e quindi limitante. Nel digitale e cyber l’ aggregazione sará inevitabile, come è successo in settori tra cui la difesa“. La terza sfida è quella, ha osservato, di un sottodimensionamento finanziario delle Pmi italiane del settore. “Ritengo – ha detto- che effettivamente l’Italia del digitale stia crescendo moltissimo in termini di investimenti ma rimane dietro rispetto ad altre realtà non soltanto anglosassoni ma anche europee. Allora diventa importante che la difesa, con i suoi grandi programmi d’investimento, dia un contributo al progresso al comparto portando anche a una migliore aggregazione tra tutti gli attori che oggi ci sono in Italia”.
Al convegno, concluso da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, hanno partecipato tra gli altri Nicolò Russo Perez, responsabile Missione Aprire Scenari Internazionali della Fondazione Compagnia di San Paolo, Paola Severino, presidente della Luiss School of Law presso la Luiss Guido Carli, Marco Minniti,presidente della Fondazione Med-Or, Bruno Frattasi, direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), Giovanni Gagliano, capo del VI Reparto Informatica, Cyber e Telecomunicazioni dello Stato Maggiore della Difesa, Enrico Bagnasco,ceo di TI Sparkle.