L’agenzia ritiene necessario sottoporre la salma a esami chimici. Il Cremlino respinge le accuse internazionali, definendole “rozze” e “inammissibili”, mentre continua l’indagine sulla morte di Navalny
di Mario Tosetti
Il corpo di Alexei Navalny, deceduto venerdì scorso, rimarrà sotto custodia per almeno altri 14 giorni. Gli investigatori russi hanno comunicato la decisione a sua madre, spiegando che la necessità risiede nel sottoporre la salma a ulteriori esami chimici. La portavoce di Navaly, Kira Yarmysh, ha rivelato l’informazione su X.
La famiglia di Navalny ha tentato ripetutamente di ottenere accesso al corpo, ma le autorità hanno continuato a negare la richiesta. “La madre di Alexei e i suoi legali si sono recati all’obitorio ma non è stato loro concesso l’ingresso. Uno degli avvocati è stato addirittura mandato via bruscamente”, ha rivelato Yarmysh sui social media.
A riguardo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che l’amministrazione presidenziale non è coinvolta nella questione. Ha inoltre criticato duramente la reazione da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti sulla morte di Navalny, definendo le accuse mosse a Vladimir Putin come “rozze” e “inammissibili”. Ha poi aggiunto che l’inchiesta sulla morte del dissidente è ancora in corso e non ha per il momento portato a nessun risultato.
La testata indipendente russa Novaya Gazeta, citando un paramedico dell’ospedale di Salekhard, ha riportato che sul corpo di Navalny sono stati rilevati dei lividi. La causa ufficiale del decesso è stata attribuita a un’embolia causata da una passeggiata a -40 gradi, ma sono in molti a mettere in dubbio la versione fornita dalle autorità russe. Nel corso degli ultimi giorni, vari leader occidentali hanno addossato la responsabilità a Putin. Il Presidente americano Joe Biden durante una conferenza stampa alla Casa Bianca ha dichiarato: “Non conosciamo esattamente le circostanze, ma non vi è dubbio che sia una conseguenza di qualcosa fatto dal leader del Cremlino e i suoi sostenitori”.
La vedova si spinge anche oltre. “Alexei è stato avvelenato col Novichok”, ha scritto Yulia Navalnaya, in un video messaggio. Secondo la vedova di Navalny, le autorità russe starebbero nascondendo il corpo del marito per consentire alle ultime tracce del Novichok, un agente nervino, di lasciare l’organismo. Stando alla ricostruzione del servizio penitenziario russo, venerdì 16 febbraio l’oppositore ha avuto un malore durante una passeggiata ed morto.
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