Organizzato un sit-in dal Partito Democratico il 7 febbraio in opposizione alla presunta riduzione della Rai a un servizio pubblicitario per le misure di governo. Il partito invita alla protesta tutte le opposizioni a quella che ritengono un “occupazione militare” dei vertici Rai
di Corinna Pindaro
Il Partito Democratico ha annunciato un sit-in per il 7 febbraio, in opposizione a ciò che viene percepito come l’utilizzo della Rai da parte del governo come strumento di propaganda. L’iniziativa è stata lanciata da Elly Schlein e si prefigge di essere uno sforzo congiunto di tutte le opposizioni.
Questo avverrà nel mezzo del Festival di Sanremo, quando l’attenzione sarà concentrata sul servizio pubblico. Il Partito Democratico intende utilizzare questa opportunità per denunciare l’assoluto controllo di tutti i vertici Rai. La Rai dovrebbe essere “al servizio del Paese”, sostiene il partito, e non un mezzo per promuovere un’agenda governativa o di propaganda della destra.
Secondo loro, l’informazione è stata attaccata, oltre che dalle sue voci più indipendenti e libere, come è accaduto al quotidiano Repubblica recentemente. Schlein ha paragonato l’atteggiamento del governo alla condotta di una televenditrice, come quella di Wanna Marchi. Tuttavia, oltre alla protesta, il Partito Democratico propone un cambiamento unitario nella gestione del servizio pubblico, per prevenire ogni tipo di appropriazione indebita.
In un post su Facebook, il Partito Democratico sostiene che il servizio pubblico non dovrebbe essere ridotto a un veicolo pubblicitario ingannevole e chiede una riforma. Accusa la televisione pubblica di essere un mero strumento di propaganda del governo, propagando notizie false e titoli manipolatori, citando come esempio un titolo controverso trasmesso dal Tg1. Questo ha scatenato una polemica con il sindacato di destra.
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