Un’ampia parte dell’Argentina si unisce oggi per protestare contro le politiche economiche del presidente Javier Milei. percepite come limitanti i diritti dei lavoratori
di Mario Tosetti
L’Argentina si prepara per una giornata di proteste oggi, stringendo le fila contro le scelte economiche e sociali del Presidente Javier Milei. Organizzato dai più importanti sindacati del paese sudamericano, lo sciopero generale inizierà alle 12 locale, espressione di un malcontento che si sta diffondendo tra coloro che una volta sostenevano convintamente il ‘El Loco’, come è soprannominato Milei.
La protesta si verifica a soli 45 giorni dal suo insediamento alla Casa Rosada, scatenando un record di velocità di disapprovazione sociale, superando quello dell’ex presidente Fernando de la Rua nel 1999-2001.
Gli osservatori critici di Milei sostengono che la sua approvazione delle politiche di ispirazione neoliberale, mirate ad annullare piuttosto che puramente ridimensionare i diritti dei lavoratori, stanno perfino minacciando il diritto allo sciopero.
Il nucleo del programma di governo di Milei comprende il Decreto di necessità e urgenza (DNU), e la legge Omnibus di oltre 660 articoli, entrambi mirati a ridurre significativamente l’interferenza dello Stato nell’economia, a favorire la flessibilità del lavoro, le privatizzazioni e la liberalizzazione finanziaria.
Nonostante le proteste, il governo ha ottenuto una prima vittoria con l’approvazione della Legge Omnibus, un insieme di riforme sul riassetto dello Stato, nonostante le tensioni e le modifiche dell’ultimo minuto.
La Confederazione Generale dei Lavoratori (CGT) e altre organizzazioni sindacali nazionali hanno promosso la protesta di 12 ore. L’Associazione dei Lavoratori dello Stato (ATE), che si sente particolarmente minacciata dalle politiche neoliberiste del governo, ha indetto uno sciopero di 24 ore.
Ci si aspetta che i partiti d’opposizione di sinistra, le associazioni sociali, culturali, studentesche e per i diritti umani si uniscano alle proteste difronte al Parlamento a Buenos Aires. L’organizzazione dello sciopero in piena estate australe con il suo clima mite facilita ulteriormente la partecipazione popolare alle dimostrazioni.
Insieme, protesteranno contro le politiche neoliberiste di Milei, cercando di porre fine all’indirizzo economico che sta causando così tanto malcontento.
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