Il protocollo prevede l’impegno da parte dell’Italia a realizzare a proprie spese due strutture di ingresso e accoglienza temporanea in Albania, nel porto di Shengji.n e l’area di Gjader. In questo modo si persegue l’obiettivo di rendere più rapide le procedure per le domande d’asilo oppure per i rimpatri
di Emilia Morelli
“Abbiamo iniziato a discutere con il primo ministro Rama di questo accordo mesi fa, in estate, entrambi convinti che sull’immigrazione irregolare di massa la collaborazione tra Unione, Stati membri e Stati extra-Ue sia decisiva”, ha affermato la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa congiunta con il ministro albanese Edi Rama a seguito della firma del protocollo d’intesa sui migranti tra Italia e Albania. L’incontro tra i due leader dello scorso ferragosto quando Meloni è stata ospite di Rama era stato narrato come una semplice vacanza, mentre oggi la premier rivendica l’importanza dell’intesa: “il protocollo disegna la cornice politica e giuridica di questa collaborazione”.
Per quanto riguarda i dettagli si rimanda ai prossimi mesi, durante i quali saranno definiti i provvedimenti normativi, le attività strutturali e le coperture finanziare necessarie a rendere l’intesa operativa entro la primavera 2024. Certo è che il protocollo prevede sin da ora l’impegno da parte dell’Italia a realizzare a proprie spese due strutture di ingresso e accoglienza temporanea in Albania, nel porto di Shengjin e l’area di Gjader. In questo modo si persegue l’obiettivo di rendere più rapide le procedure per le domande d’asilo oppure per i rimpatri.
Ad ogni modo, secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi, è previsto che “l’accordo non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane, come quelle di Marina e Gdf, non quelle delle ong. Non si applica a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. Al porto di Shengjin, l’Italia si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione e realizzerà un centro di prima accoglienza e screening. A Gjader, nel nord ovest dell’Albania, realizzerà una struttura modello Cpr per le successive procedure”.
“Il protocollo d’intesa siglato oggi a Roma fra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il primo ministro albanese Edi Rama è uno sviluppo importantissimo ed innovativo nella gestione dei flussi migratori per l’Italia e per l’Europa”, ha commentato il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che ha aggiunto, “In linea con la priorità accordata alla dimensione esterna della migrazione e con i dieci punti del piano della presidente della Commissione Von der Leyen, per la prima volta uno Stato non membro dell’Unione europea, ancorché candidato, accetta la creazione sul suo territorio di centri destinati alla gestione dei migranti illegali arrivati sul territorio dell’Unione. Si tratta di un grande risultato che premia l’azione del Governo italiano e del presidente Meloni, conferma gli eccellenti rapporti di collaborazione fra Roma e Tirana e rafforza il percorso di avvicinamento dell’Albania all’Unione europea”.
(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati