L’Iran ha annunciato che Hamas è disponibile a trattare sul rilascio degli ostaggi in cambio della fine dei bombardamenti su Gaza. Nel frattempo però appare sempre più imminente l’attacco via terra dell’esercito israeliano
di Carlo Longo
Sono migliaia le persone ammassate vicino al valico di Rafah nel disperato tentativo di uscire dalla Striscia di Gaza nell’unico punto in cui non confina con Israele. E’ tutto pronto, i preparativi sono stati completati eppure al momento in cui scriviamo il valico non risulta aperto. Al momento, inoltre, nessun aiuto umanitario è entrato dall’ Egitto e i camion continuano a stazionare al confine. “La situazione è statica”, commentano fonti locali.
L’esercito israeliano, intanto, ha fatto sapere di aver condotto nelle ultime ore molte decine di attacchi contro la Striscia di Gaza. Tra gli obiettivi centrati l’Ifd ha rivendicato di aver colpito “il quartier generale di Hamas, siti di lancio di mortai e una serie di compund militari e il centro di comando di Alì Qadi (il responsabile del massacro nei kibbutz israeliani di frontiera dello scorso 7 ottobre)”. Ali Qadi è stato ucciso in occasione di un altro raid, mentre i molteplici attacchi aerei stanno causando la morte di diverse persone.
La situazione appare comunque molto critica. Secondo l’analisi fornita da Reuters le riserve di carburante in tutti gli ospedali della Striscia di Gaza dureranno solo per altre 24 ore circa, mettendo a rischio migliaia di pazienti. Le autorità di Gaza hanno affermato che almeno 2.670 persone sono state uccise finora. Quasi 10.000 i feriti. Altre 1.000 persone risultano disperse e si ritiene siano sotto le macerie. Oggi dovrebbero uscire dalla Striscia di Gaza “i 10-12 italiani” che vivono nell’enclave. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Intanto l’Iran si fa portavoce di Hamas e ha fatto sapere che i miliziani sono pronti ad avviare le trattative per il rilascio degli ostaggi in cambio della fine degli attacchi alla Striscia. A farlo sapere è il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Nasser Kanaani: “Hanno detto di essere pronti a prendere le necessarie misure per il rilascio dei civili tenuti dai gruppi della resistenza, ma che il loro punto di vista è che tali misure richiedono preparativi impossibili sotto i bombardamenti quotidiani dei sionisti contro varie parti di Gaza”. Le affermazioni, comunque, non hanno ricevuto la conferma ufficiale di Hamas. Gli ostaggi trattenuti dai miliziani nella Striscia sarebbero 199. Il numero è stato reso noto da un portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari che ha sottolineato come “Israele stia compiendo uno sforzo nazionale di priorità suprema nei loro confronti ricorrendo anche a informazioni di intelligence”
Nel frattempo, l’imminente e annunciata “offensiva di terra” israeliana a Gaza, con le truppe schierate al confine e i tank già in posizione, rischia di aprire il vaso di Pandora in Medio Oriente, con un escalation del conflitto in tutta la regione. Nel corso della giornata si sono intensificati gli scontri tra Hezbollah in Libano, alleato dell’Iran, e l’esercito di Tel Aviv. E proprio da Teheran è arrivato l’avvertimento: “Nessuno può garantire il controllo della situazione se Israele invade la Striscia”, il monito del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian dopo un incontro a Doha con il leader di Hamas Ismail Haniyeh.
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