La risoluzione condanna l’operato di Baku e chiede di imporre sanzioni contro i i funzionari governativi azeri. Ma, considerato il grande esodo che si è verificato negli ultimi venti giorni dal Nagorno-Karabak è l’80% della popolazione che ha già lasciato la sua terra
di Carlo Longo
In Nagorno-Karabak non accenna a fermarsi il massiccio esodo degli armeni che lasciano la loro terra. Le truppe azere hanno ottenuto la resa di quelle locali e si apprestano ad integrare la regione nell’Azerbaigian, dopo una grave crisi umanitaria che ha investito gli armeni isolati. Ma, dopo giorni di preoccupante silenzio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che imporrebbe a Baku sanzioni internazionali per violazione del cessate il fuoco e gli abusi dei diritti umani.
Sono, però, oltre cento mila gli armeni costretti a lasciare la loro terra, l’enclave separatista armena che con la fine dell’Urss nel 1991 si era proclamata Repubblica autonoma e che ora si avvia a perdere la sua identità armena.
“La situazione attuale equivale a pulizia etnica”, hanno affermato i deputati europei e si dicono costretti a “sospendere qualsiasi negoziato su un rinnovato partenariato con l’Azerbaigian e chiedono pertanto, di adottare sanzioni mirate contro i funzionari governativi azeri. La risoluzione è stata approvata dall’Eurocamera con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni.
La risoluzione “condanna fermamente l’attacco militare pianificato e ingiustificato dell’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh del 19 settembre” che, secondo i deputati, “costituisce una grave violazione del diritto internazionale e dei diritti umani e una chiara violazione dei precedenti tentativi di raggiungere un cessate il fuoco”.
Gli eurodeputati invitano, quindi, l’Ue e gli Stati membri “a offrire immediatamente tutta l’assistenza necessaria all’Armenia per far fronte all’afflusso di rifugiati dal Nagorno-Karabakh e alla conseguente crisi umanitaria”.
La risoluzione mira ad essere un segnale forte che non potrà non essere tenuto in considerazione anche dal summit della Cpe in corso in Spagna. La Commissione europea si è detta pronta a fornire nuovi aiuti. “Abbiamo già stanziato 5,2 milioni di euro. Oggi dirò al primo ministro che raddoppieremo questo importo, portandolo a 10,4 milioni di euro, e che forniremo 15 milioni di euro di sostegno diretto al bilancio, nell’ambito del programma annuale del Paese”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“Siamo scioccati dalla decisione dell’Azerbaigian di usare la forza militare”, ha commentato presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Due giorni fa ha avuto una colloquio telefonico con il presidente azero il quale avrebbe chiarito di non avere alcuna rivendicazione territoriali nei confronti dell’Armenia. La questione è – però – da chiarire in modo plateale per garantire un riconoscimento reciproco di integrità territoriale, ha detto Michel. Intanto dei circa 120mila armeni circa l’80% ha già lasciato la regione contesa.
Ma non solo, dopo l’arresto dell’ex presidente della Repubblica separatista dell’Artsakh Arayik Harutyunyan è definitivamente venuto meno anche l’ultimo simbolo della regione dopo che tutti gli organi istituzionali sostanzialmente è da settembre che non esistono più.
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