L’ad della multinazionale italiana dell’energia intervenendo al Como Lake ha spiegato che Enel al momento è presente in 35 paesi in alcuni dei quali è possibile ridurre la portata degli investimenti, mentre l’Italia il 50% della marginalità della società ma non ha sempre ha avuto altrettanto sugli investimenti
di Corinna Pindaro
“Enel rimarrà un gruppo internazionale, non potrebbe essere altrimenti per gli ingenti investimenti fatti all’estero”, così l’amministratore delegato della multinazionale italiana dell’energia intervenendo al Como Lake. Lo riporta il Sole 24 ore.
“Solo in Brasile abbiamo investito 13 miliardi, cercheremo di essere presenti laddove riusciremo ad essere integrati dalla generazione alla distribuzione al mercato, per correre meno rischi sugli investimenti fatti”, ha spiegato Cattaneo che ha poi aggiunto, “siamo in 35 paesi in alcuni possiamo ridurre la nostra presenza, mentre l’Italia vale il 50% della nostra marginalità e non ha sempre ha avuto altrettanto sugli investimenti. Serve da parte nostra una maggiore attenzione al luogo dove siamo nati e viviamo ma anche quanto meno proporzionale al margine che ci porta”. Lo scorso novembre Enel ha detto che si sarebbe concentrata su Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia come mercati principali.
Flavio Cattaneo, che a maggio 2023 è succeduto a Francesco Starace, ha detto inoltre che la settimana del 20 novembre il gruppo presenterà il nuovo piano industriale.
Tra gli argomenti trattati dall’ ad di Enel attenzione è stata riservata alla mobilità green ed in particolare alle auto elettriche. Sul punto Cattaneo ha spiegato che Enel è in trattative con gruppi di leasing per offrire ai clienti italiani canoni mensili per il noleggio di auto elettriche che siano più bassi o comunque simili a quelli per le auto a benzina, per contribuire ad accelerare lo sviluppo della mobilità elettrica. Al contempo ha aggiunto che “una delle paure riguarda la rete di distribuzione, c’è un problema di punti di ricarica, soprattutto laddove servono. Finora sono state messe le torrette dove i comuni davano l’autorizzazione, ma non sempre nei luoghi necessari”. Affinché sia davvero possibile promuovere una maggiore diffusione dei veicoli elettrici “serve un nuovo sforzo soprattutto sulle autostrade, perché è difficile e poco invogliante rimanere 20 minuti al sole o al freddo per ricaricare la propria auto elettrica senza avere i servizi accessori che le aree di servizi normalmente hanno e secondo noi le colonnine vanno messe nelle aree dove ci sono già i servizi”, ha sottolineato.
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