A Marsiglia Bergoglio ha incontrato il presidente francese Macron e ha affermato che il fenomeno migratorio non è un’urgenza momentanea ma un processo lungo che bisogna governare sapientemente
di Carlo Longo
Si è concluso il viaggio a Marsiglia di Papa Francesco, prima del decollo in Francia si è svolta la cerimonia di congedo a cui hanno partecipato anche il presidente francese Emmanuel Macron e sua moglie. Nel secondo giorno del suo viaggio apostolico il pontefice ha affrontato il tema dei migranti.
Lo ha fatto nel suo intervento agli “Incontri del Mediterraneo” – alla presenza di Macron – citando i “vari porti mediterranei” che “si sono chiusi”. E “due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: ‘invasione’ ed ’emergenza’. Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita”, ha detto il Papa. E ancora, ha aggiunto, il fenomeno migratorio “non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea”. Bergoglio ha poi parlato di migranti nell’incontro privato con il capo dell’Eliseo. Così anche durante la messa allo Stadio Vélodrome di Marsiglia, davanti a 50mila persone tra cui Macron e la presidente della Bce Christine Lagarde.
Il papa ha continuato a parlare dei migranti anche durante il viaggio di ritorno lasciandosi andare a quello che è apparso ai più un vero e proprio sfogo. I migranti vanno “accolti e protetti, non possiamo mandarli indietro come in un ping-pong”, ha affermato papa Francesco,
Bergoglio ha iniziato il pontificato a Lampedusa denunciando l’indifferenza. Dieci anni dopo chiede all’Europa di essere solidale. A quanti gli hanno chiesto se il suo messaggio sia di fatto rimasto inascoltato il papa ha risposto: “No. Direi che la crescita della consapevolezza è andata lentamente. Oggi c’è coscienza del problema migratorio, arrivato come una patata bollente che non si sa come prendere. Angela Merkel ha detto una volta che si potrebbe risolvere andando in Africa e alzare il livello di vita dei popoli africani. Ci sono stati casi molto brutti, dove i migranti sono stati mandati indietro, come in un ping-pong, pur sapendo che tante volte finiscono nei lager, peggio di prima. Quelle persone soffrono perché è il regno del terrore. Sono schiavi. Noi non possiamo mandarli indietro come in un ping-pong. I migranti vanno accolti, protetti, promossi e integrati. Se tu non puoi integrarlo nel tuo Paese, accompagnalo nella sua terra, ma non lasciarlo nelle mani dei criminali crudeli, disgraziati criminali che fanno tanto male. Questo è il problema migrazioni”.
E ancora: “Ci sono gruppi di persone che si dedicano a salvare vite in mare. Loro raccontano cose terribile. Ho invitato al Sinodo il capo della Ong Mediterranea, Luca Casarini. Da Lampedusa dieci anni fa le cose sono migliorate, allora non si avevano informazioni, non ci dicevano la verità, oggi c’è più coscienza, ne parlano tanti. Mi hanno detto: guarda quella donna, è un medico: andava tra i cadaveri per cercare il viso di sua figlia, perché non l’aveva trovata. Dobbiamo prendere a cuore queste situazioni. Ci farà più umani, più divini. Vorrei che fosse come un grido: stiamo attenti, facciamo qualcosa. Volevo anche dire che sono cinque i Paesi in difficoltà per l’arrivo di tanti migranti. In alcuni di questi ci sono luoghi, cittadine, vuoti: per favore che questi paesi facciano lo sforzo di integrare. Ne abbiamo bisogno. Le immigrazioni ben condotte sono una ricchezza”.
Di Marsiglia, Bergoglio ha detto che “è una civiltà di tante culture, un porto di migranti. Marsiglia è una cultura di incontro. Convivono islamici, ebrei, cristiani. Si fa la convivenza. È una cultura dell’aiuto. È un mosaico creativo. Un porto che è un messaggio all’Europa. Marsiglia accoglie, ricetta e fa una sintesi, senza negare l’identità. Dobbiamo prendere spunto per altre parti”.
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