A seguito della denuncia dei familiari la Procura di Roma ha aperto un’indagine: disposta sia l’autopsia che la Tac e ci si riservano altri esami. I Nas stanno esaminando le cartelle cliniche degli esami effettuati da Purgatori in una nota clinica romana: la Pio XI
di Emilia Morelli
Si parla insistentemente di una diagnosi sbagliata e che metastasi al cervello siano state di fatto confuse con segni pregressi di ischemia e che, pertanto, le cure siano state fatali. Al di là delle congetture il dato di fatto è che due medici sono iscritti nel registro degli indagati nel procedimento aperto dalla Procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, dopo la denuncia dei familiari.
Nei confronti dei due è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, si attende il prossimo 26luglio l’autopsia che accerterà le condizioni fisiche e le cause del decesso di Purgatori. A disporre l’esame autoptico è stata la procura che ha previsto inoltre una seconda consulenza tecnica. Il giorno prima sarà, invece, eseguita la Tac. Non si esclude infatti la necessità di ulteriori approfondimenti per verificare la correttezza della diagnosi sulla base degli accertamenti effettuati in particolare nella clinica Pio XI. Intanto proseguono le indagini degli inquirenti. Il nucleo investigativo dei Nas sta esaminando tutto il materiale relativo alla malattia del giornalista nelle strutture, sia private che pubbliche, in cui Purgatori è stato ricoverato.
La famiglia di Andrea Purgatori, che ha presentato denuncia provocando l’apertura delle indagini, ha comunicato che “il Nas dei Carabinieri, al comando del Colonnello Alessandro Amadei, coordinati dai Procuratori della Repubblica Sergio Colaiocco e Giorgio Orano stanno conducendo indagini per fare luce sulla correttezza delle diagnosi e delle cure apportate al loro caro, deceduto il 19 luglio 2023 dopo solo due mesi dalla diagnosi iniziale”.
Nel dettaglio la famiglia Purgatori ha chiesto che sia accertata la correttezza della diagnosi “in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”, si legge in una nota divulgata dai legali della famiglia, gli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri.
“Rispettiamo il dolore della famiglia e ci sottraiamo dal processo mediatico. Speriamo che il clamore si attenui e siamo sicuri che gli accertamenti tecnici dimostreranno la correttezza dell’operato del professor Gianfranco Gualdi e del dottor Claudio di Biasi», ha detto intanto Fabio Lattanzi, difensore dei due medici indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Nell’esposto presentato in Procura a Roma dalla famiglia, si chiede che venga accertata la “correttezza delle diagnosi e delle cure apportate al loro caro, deceduto il 19 luglio 2023 dopo solo due mesi dalla diagnosi iniziale”.
In particolare colare, come si legge nella nota, è stato chiesto che “venga accertata la correttezza della diagnosi refertata ad Andrea Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”.
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