L’Inps in una nota ha ricordato che sin dal 2017 è possibile ricorrere alla Cigo per tutti i lavoratori per i quali la forte ondata di calore rappresenti di fatto un pericolo per la sicurezza sul lavoro
di Mario Tosetti
In caso di alte temperature, dal 2017, l’Inps prevede che sia possibile ricorrere alla Cassa Integrazione ordinaria per i lavoratori che eseguano le loro prestazioni in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il calore.
In una nota dell’Inps “si chiarisce che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale. Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore”.
L’Istituto di previdenza considera, infatti, i fenomeni climatici estremi una diretta causa di aumento del rischio di infortuni sul lavoro e già dal 2022 esiste un catalogo di professioni per le quali si può chiedere la Cassa Integrazione Ordinaria in caso di temperature superiori ai 35 gradi. “Ne sono esempio i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”, specifica l’Inps.
La domanda con la quale l’azienda richiede la Cigo e la relazione tecnica allegata decono indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione in atto nelle giornate medesime, mentre non è tenuta a produrre dichiarazioni che attestino l’entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo. Inoltre, sia Inps che Inail riconoscono la possibilità di accesso alla misura anche in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda non ritenga possibile proseguire i lavori senza compromettere la sicurezza e la salute dei lavoratori.
I sindacati maggiormente rappresentativi si sono mossi al fine di rendere operativa e incrementare l’utilizzo della Cigo. “Le temperature eccezionali di queste giornate ci richiamano alla necessità di introdurre misure di prevenzione mirate a salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori adibiti a ruoli, in particolare all’esterno, particolarmente esposti alle condizioni climatiche” commentato in una nota il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani che ha continuato, “alcune categorie si sono già attivate per introdurre soluzioni adeguate ad arginare i fattori di rischio. Nella giornata di ieri abbiamo scritto unitariamente come organizzazioni confederali al ministro Calderone affinché promuova urgentemente indicazioni alle imprese affinché intervengano di concerto con le rappresentanza sindacali a individuare modifiche dell’orario, della organizzazione del lavoro, l’utilizzo di DPI specifici e nel caso anche della CIGO per eventi climatici straordinari, introdotta recentemente proprio per agevolare queste situazioni che purtroppo, sempre più frequentemente si presentano anche nel nostro Paese. Auspichiamo che il Ministero, coinvolgendo anche le strutture preposte a partire da Inail si sia già attivato e che ci siano occasioni per monitorare le azioni messe in campo per salvaguardare lavoratori che operano in situazioni eccezionali di rischio”.
Il segretario generale della Cigil Maurizio Landini ha ricordato: “l’ondata di calore che sta interessando il nostro Paese aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e, purtroppo, ha già provocato due morti in questi ultimi giorni. Tutto questo è inaccettabile”.
Si tenga presente che seppure le norme che consentono l’accesso alla Cigo esistano da tempo, l’accesso alla misura deve essere richiesto dal datore di lavoro cosa che non accade spesso in quanto si tenta in primo luogo di far fronte alle esigenze produttive, ad esempio nell’agricoltura. “Abbiamo chiesto ai nostri delegati nei luoghi di lavoro di richiedere alle aziende incontri urgenti per negoziare le necessarie modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, fino ad arrivare quando necessario all’astensione dalle attività”, ha sottolineato Landini.
Lo stesso tema era già stato sollevato dal numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri : “Quando le temperature superano i 38 grandi – aveva detto – c’è un rischio di incidenti superiore del 10-15%. Esistono gli strumenti per farlo, chiediamo al ministero del Lavoro e alle associazioni datoriali di sospendere l’attività lavorativa in presenza di alte temperature”.
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