Il premier olandese, che ha guidato il Paese negli ultimi 13 anni, dopo lo scontro con la coalizione in tema di politiche migratorie ha rassegnato le sue dimissioni al re e fatto sapere di voler abbandonare la politica. Fino alle elezioni, previste in autunno, Rutte guiderà un governo provvisorio chiamato ad occuparsi di questioni urgenti
di Mario Tosetti
Dopo la crisi di governo e i contrasti insanabili all’interno della coalizione in tema di politiche migratorie Mark Rutte, il primo ministro più longevo della storia olandese che ha guidato il Paese negli ultimi 13 anni, lascerà la politica.
Lo ha annunciato a sorpresa in Parlamento dopo aver rassegnato le sue dimissioni al re. La crisi si è consumata in meno di una settimana e il pomo della discordia è stata l’insistenza di Rutte a limitare il numero di ricongiungimenti famigliari dei rifugiati, malgrado l’opposizione di due partner di coalizione, i liberali di sinistra dei D66 il piccolo partito dell’Unione cristiana.
Dopo di che arriva per Marl Rutte la volontà di staccare la spina dalla vita politica. “Nei giorni scorsi si è molto speculato su cosa mi avrebbe motivato. L’unica risposta è: i Paesi Bassi. La mia posizione è completamente subordinata a quella. Quando un nuovo governo entrerà in carica dopo le elezioni, lascerò la politica”, ha fatto sapere Rutte.
La scelta, comunque, ha colto di sorpresa tutti gli osservatori politici. Rutte può vantare infatti una carriera lunga in cui è sopravvissuto e uscito vincitore da scandali e intemperie politiche. Inoltre, lui stesso, aveva chiaramente detto di “avere idee ed energie” per puntare a ricoprire nuovamente la carica di premier.
Evidentemente, però, qualcosa gli ha fatto cambiare idea. Potrebbe essere stata la riluttanza dei partiti olandesi a creare nuove coalizioni con il Vvd, il partito guidato da Rutte negli ultimi 17 anni. Oppure c’è chi sostiene che a Rutte sia stata proposta in via ufficiosa un’alta carica in Ue o nella Nato. Eppure, quest’ultima ipotesi il premier dimissionario olandese la ha scartata esplicitamente. Qualunque sia la motivazione è chiaro che porta con se una grande incertezza in Europa, Rutte finora ha costruito una rete di rapporti stabili e rivestito un ruolo di primo piano sui grandi temi di interesse europeo.
Per il momento, fino all’elezione di un nuovo governo prevista in autunno e la formazione del successivo esecutivo, Rutte guiderà il governo in carica per gli affari ordinari. Il governo dimissionario non potrà, quindi, occuparsi di tutti i dossier che invece sono particolarmente importanti per la politica olandese: dall’immigrazione alla necessità di trovare un equilibrio tra gli obiettivi climatici e l’agricoltura intensiva.
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