L’ approdo in Aula del ddl sulla ratifica sul Mes è previsto per il 30 giugno ma l’obiettivo del governo è rinviare la discussione a settembre. Intanto la questione del Mes sta creando attriti tra Fdi e Lega
di Mario Tosetti
Continua la tarantella sul Mes, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prende tempo: “Sicuramente penso che sia un errore portarlo in Aula adesso, anche per quelli che sono favorevoli alla ratifica dal trattato”, ha dichiarato a margine del Forum Europa Wachau, in Bassa Austria. Molto probabilmente l’obiettivo dell’esecutivo è attendere settembre, in questo modo qualunque decisione potrebbe apparire più ponderata e anche qualora si optasse per la ratifica non si avrebbe la sensazione di un brusco cambio di pensiero da parte della maggioranza.
Ora si attende la conferenza dei Capigruppo prevista per il 28 giugno durante la quale è quasi certo assisteremo alla proposta di far slittare al prossimo mese l’approdo della discussione in Aula previsto il 30 giugno per non mettere in difficoltà la premier che nei giorni successivi sarà a Bruxelles. A luglio, però, sono previsti altri numerosi provvedimenti e, da prassi, nel mese di agosto non si discutono materie non urgenti. E’ presto fatto l’arrivo a settembre per la discussione.
Se, invece, fosse confermato l’approdo in aula per il 30 giugno il ddl sulla ratifica del Mes non avrebbe concrete chances di essere approvato. I voti certamente a: sui 400 deputati, il Pd ne ha 69, Azione-Iv ne ha 21, +Europa 3, le minoranze linguistiche 4, per un totale di 94 sì. Fino a questo momento FI e Noi Moderati, pur essendo partiti europeisti, non si sono presentati in Commissione ma, anche ammesso votassero a favore, si raggiungerebbero 148 voti: insufficienti considerato che i no sarebbero 183 di Fdi e Lega. Inoltre, in Commissione finora si sono astenuti anche il M5s, che ha in Aula 52 deputati, e Avs che ne ha 11.
C’è anche una terza ipotesi. La maggioranza potrebbe proporre all’inizio della seduta la sospensiva prevista dall’articolo 40 del Regolamento: una richiesta cioè di rinviare l’esame del ddl “fino al verificarsi di scadenze determinate”. Scenario su cui il centrodestra ha i numeri. “Il 30 giugno è data indicativa per iniziare la discussione generale”, ha infatti detto il capogruppo di Fdi Tommaso Foti.
Ad ogni modo il centrodestra in questo momento si respira maretta. Di recente si è consumato un aspro scontro tra Meloni e Salvini tanto che il Cdm limitato all’esame delle leggi regionali si è svolto senza la partecipazione della premier.
La questione del Mes vede Fdi e Lega non concordi. Mentre Fdi vorrebbe inquadrare la ratifica in un contesto diverso la Lega è fortemente contraria. “Non ritengo che ci sia bisogno di mettersi in mano a Fondi stranieri e a soggetti stranieri anche perché 600mila italiani nei giorni scorsi hanno sottoscritto i buoni del Tesoro per più di 18 miliardi di euro”, ha detto il leader del Carroccio.
Una chiusura così netta non è vista di buon occhio dal partito della premier dove si sta facendo avanti la convinzione che Salvini “non giochi di squadra” e stia mettendo “in difficoltà Giorgia”.
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