Bankitalia nel corso della sua audizione sul Def ha sottolineato come il Governo abbia scelto un orientamento nel complesso prudente, che consente comunque un graduale miglioramento della finanza pubblica nel breve-medio periodo
di Mario Tosetti
“Il quadro a breve termine dell’economia italiana appare lievemente più favorevole rispetto a quello sottostante le nostre ultime proiezioni pubblicate a gennaio”. Queste le considerazioni emerse durante l’audizione della Banca d’Italia sul Def. In particolare, le previsioni presentate nel Def “pur collocandosi nella parte superiore dell’intervallo di stime disponibili”, sono nel complesso “coerenti” con la situazione, ha sottolineato il capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari.
Secondo Bankitalia ci sarà un ritorno alla crescita “seppur modesto” nel corso del primo trimestre. Altimari ha aggiunto che “Segnali incoraggianti provengono dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese e dall’aumento degli indici dei direttori degli acquisti, tornati in tutti i settori sopra la soglia che corrisponde a un’espansione dell’attività. Nelle inchieste condotte dalla Banca d’Italia tra febbraio e marzo, sono ancora migliorati i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale, sostenuti da valutazioni favorevoli sull’evoluzione della domanda e dall’attenuarsi delle difficoltà legate ai costi dell’energia e alla disponibilità di materie prime e input intermedi. La produzione industriale, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2022, dovrebbe essere lievemente aumentata nella media dei primi tre mesi dell’anno. Nello stesso periodo anche l’occupazione ha continuato a espandersi”.
Bankitalia nel suo intervento si è soffermata poi sugli oltre 3 milioni destinati a rafforzare il taglio del cuneo fiscale. “un aumento del reddito disponibile poco inferiore ai 200 euro nell’anno in media”. “Sotto le ipotesi di invarianza delle soglie di applicazione già in vigore e di avvio dei nuovi sgravi dal prossimo maggio, gli oltre 3 miliardi destinati al rafforzamento di questa misura dovrebbero consentire un raddoppio dell’importo mensile dell’esonero”, secondo il modello di micro-simulazione della Banca d’Italia.
Nel Def “il Governo ha scelto un orientamento nel complesso prudente, che consente comunque un graduale miglioramento della finanza pubblica nel breve-medio periodo. La pianificazione di un ulteriore lieve consolidamento nel triennio 2024-26 porrebbe in maggiore sicurezza il percorso di riduzione dell’incidenza del debito, gioverebbe alla percezione di solidità dei conti e avrebbe anche ripercussioni positive sul premio per il rischio sui titoli pubblici italiani. Agevolerebbe inoltre una valutazione positiva del Programma di Stabilità italiano da parte della Commissione europea”, ha concluso il capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.
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