Il premier israeliano è stato ricevuto da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Entrambi i leader hanno evidenziato la lunga amicizia che lega i due Paesi. Sul tavolo anche il tema dell’energia e dell’approvvigionamento energetico. Nel frattempo sono stati organizzati sit in di protesta sia ad opera dei palestinesi residenti a Roma, sia dagli israeliani oppositori al governo
di Carlo Longo
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Netanyahu è stato accolto nel cortile interno dal picchetto d’onore e, dopo il bilaterale, i due leader hanno tenuto una conferenza stampa congiunta.
“Ci conosciamo e ci stimiamo da tempo: Israele è un partner fondamentale in medio Oriente e al livello globale”, ha esordito Giorgia Meloni, che ha evidenziato il “grande lavoro contro l’antisemitismo” promosso dal governo da lei guidato e proposto un “incontro intergovernativo” per “la ripresa di accordi e la descalation” tra Israele e Palestina.
Anche il primo ministro israeliano ha evidenziato il rapporto di amicizia “di lunga durata e crescente” che lega Italia e Israele e ha proseguito affermando: “credo che stia per assumere una dimensione ancora maggiore. Sono colpito dalla visione e leadership” di Meloni “e dalla decisione di portare i nostri rapporti ancora più avanti. C’è spazio per una enorme collaborazione e un miglioramento”. Nel corso del suo intervento Netanyahu si è soffermato sui temi dell’energia e dell’approvvigionamento idrico. In particolare, anche nel corso del Forum economico delle imprese a cui ha partecipato accanto al ministro per le Imprese e per il Made in Italy Adolfo Urso, Netanyahu si è detto intenzionato a “accelerare le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Italia: ora c’è la partecipazione dell’Eni nel nostro progetto, ma riteniamo di poterle portare ad un livello ancora superiore” e a “dare una mano all’Italia nel risolvere i problemi relativi alla siccità”, come già avvenuto in Israele.
Inoltre, un nuovo incontro tra Meloni e Netanyahu è stato programmato a stretto giro “tra qualche mese”.
La visita del premier israeliano a Roma non è stata accolta da tutti con grande favore. Sin dal suo arrivo a Piazza Venezia, a poche centinaia di metri di distanza da Palazzo Chigi, si sono riuniti per manifestare contro Israele i palestinesi residenti a Roma.
“Siamo in piazza per dire no alla politica criminale del governo più estremista d’Israele. Nel 2022 sono stati assassinati da parte dei soldati, dei coloni israeliani più di 230 palestinesi. Adesso nel giro di due mesi di quest’anno, l’inizio di quest’anno, 78 palestinesi. E quindi chi vuole parlare di pace dovrà parlare della libertà e della giustizia e non esiste la pace senza la giustizia, come non esiste la giustizia senza diritti legittimi del popolo palestinese”, ha spiegato il presidente della Comunità palestinese a Roma presidente, Yousef Salman.
Ma non solo, in contemporanea anche a piazzale Santi Apostoli si è svolto un sit-in di protesta ad opera degli oppositori israeliani al governo guidato da Netanyahu. Si sono definiti “Cittadini liberi, non organizzati, preoccupati. qui per salvare la democrazia”. Tra le bandiere nazionali e i cartelli come “Israele è la mia terra, resti democratica” risuonavano i cori “Bibi dittatore” e “vergogna, vergogna”. In Israele, inoltre, proseguono le proteste contro la riforma della giustizia.
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