Enel in India, Eni negli Emirati Arabi Uniti. Dalle scelte del Presidente del Consiglio emergono alcune indicazioni forse utili anche a capire gli orientamenti per le prossime nomine
di Guido Talarico
Emirati Arabi, 4 marzo. Dopo l’India è stato il turno degli Emirati Arabi. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad Abu Dhabi, ha incontrato il Ministro dell’Industria e della Tecnologia avanzata e Presidente designato della COP28, Sultan Al Jaber poi il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan. Con lei il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Sullo sfondo dei colloqui c’è stato certamente il tema della guerra in Ucraina ed il ruolo dell’Italia nel mondo, ma l’impressione è che nei primi due posti della “to do list” governativa capeggiavano la difesa ed il sostegno al “made in Italy”, cioè al sistema delle imprese italiane, e poi la questione energetica, tema attualissimo, incarnato fisicamente dalla presenza del n. 1 della nostra azienda petrolifera di stato ad Abu Dhabi e di Enel in India.
Insomma, una visita incentrata più su questioni economiche ed energetiche che non geopolitiche. Come del resto era inevitabile che fosse viste le emergenze e visto che gli Emirati, come del resto in materia di rinnovabili anche l’India, guardano a noi soprattutto come partner autorevoli in questi due settori.
E le cose, almeno a giudicare dalle parole del Premier, sembrano essere andate molto bene: “Sono molto soddisfatta del bilancio di questa missione – ha detto Meloni a margine dei colloqui – entrambi i bilaterali andati molto bene, sinceramente anche oltre le mie aspettative”. Con gli Emirati, ha aggiunto “abbiamo un rapporto forte dopo anni di difficoltà. I colloqui sono andati molto molto bene anche su dossier importanti come Libia, aiuti alla Tunisia – anche in chiave di migranti – e nel piano per l’Africa”.
Meloni: “Abbiamo elevato i rapporti bilaterali”
Il Presidente del Consiglio ha spiegato anche che durante il colloquio con il presidente degli Emirati arabi è stato affrontato il tema della guerra in Ucraina e dei rapporti con Mosca. “Anche questa è una nazione che può giocare un ruolo – ha detto Meloni – ci siamo confrontati sulla situazione e crediamo che possano contribuire a facilitare questo percorso che per noi deve sempre partire dal presupposto di una pace giusta per il popolo ucraino. Mi pare che lo sceicco fosse consapevole e ci fosse la loro disponibilità“. Meloni ad Abu Dhabi ha anche parlato della precedente tappa indiana di questa sua missione all’estero: “Abbiamo elevato i rapporti bilaterali e credo che con l’India ci sia un rapporto particolarmente importante. Da guida del G20 può giocare ruolo molto importante in diplomazia nelle crisi internazionali in atto“.
Tornando a parlare degli incontri nell’Emirato, Meloni riferendosi al colloquio con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ha spiegato, che sono state adottate due dichiarazioni di intenti. Una prima, firmata da Tajani con l’omologo emiratino, Abdallahbin Zayed Al Nahyan Abdallah, sul “partenariato strategico” che sarà utile a definire le linee d’azione su cui si muoveranno i rapporti per il prossimo futuro. La secondo invece è una dichiarazione sulla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, firmata sempre da Tajani questa volta con Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e delle tecnologie avanzate e direttore generale e amministratore delegato di Anoc, e presidente designato della COP28.
Infine, la questione energetica di cui dicevamo all’inizio. A margine dei colloqui, è stato firmato anche un accordo di cooperazione fra Eni e Adnoc, la compagnia energetica nazionale, che coprirà molteplici ambiti della transizione energetica. Come dicevamo a firmarla per la parte italiana è stato Claudio Descalzi, ormai vero ambasciatore energetico dell’Italia. Un ruolo inevitabile quello dell’Ad di Eni che dimostra come certi business strategici per il Paese (petrolio, energia, difesa) debbano essere inevitabilmente affidati a meni esperte. Cioè a professionisti di lungo corso che conoscono i settori in cui operano e che a loro volta sono conosciuti, e sperabilmente apprezzati, dai loro interlocutori.
Una indicazione per le imminenti nomine pubbliche
Una presenza, quella di Descalzi, che appare anche un segnale di come la Premier abbia intenzione di comportarsi nel complicato ed imminente gioco delle nomine dei vertici delle aziende pubbliche. Un gioco notoriamente duro dove alla fine può restare in campo soltanto chi sa giocare e sa garantire al Paese le soluzioni migliori.
Insomma, oltre alle questioni energetiche e ai temi legati agli interessi geopolitici e commerciali del nostro Paese, un ulteriore dato rilevante di questa trasferta del Presidente del Consiglio è che a Palazzo Chigi sembra che del sistema Italia solo due grandi industrie abbiano fatto fin qui autorevolmente e credibilmente la propria parte, vale a dire Enel (che era presente in India grazie alla sua leadership globale nella produzione di energia rinnovabile e che in questi giorni ha ricevuto anche il plauso di Bruxelles per gli impianti fotovoltaici donati all’Ucraina) e l’Eni di Descalzi, regina internazionale di gas e petrolio. Su tutto il resto al momento in Presidenza del Consiglio sembra che non abbiano ancora registrato nulla di memorabile.
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