La Camera ha approvato il decreto anti rave con 183 voti a favore, 116 contrari e un astenuto. L’iter di approvazione è stato velocizzato dalla decisione del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, di ricorrere allo strumento della ghigliottina che consente di passare subito al voto interrompendo le dichiarazioni che lo precedono. La decisione è stata oggetto di proteste da parte del Pd e del M5s che vedono ingiustamente compromesso il ruolo dell’opposizione
di Mario Tosetti
Arriva l’ok della Camera al decreto anti rave che oltre a sanzionare i raduni illegali interviene sull’ergastolo ostativo e il reintegro dei medici no vax. I voti a favore sono stati 183, i contrari 116 e 1 astenuto. Apposta la firma del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il decreto è ora legge.
Il decreto è passato con lo strumento della “ghigliottina”, con cui si passa direttamente al voto interrompendo le dichiarazioni che normalmente lo precedono. I deputati del Pd hanno lamentato l’incostituzionalità del provvedimento mentre la maggioranza ha esultato all’approvazione.
“La presidenza, considerato che tutte le fasi di esame del provvedimento si sono svolte e considerato che, nell’ambito delle dichiarazioni di voto finale, tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni, si trova costretta nell’esercizio delle responsabilità che l’ordinamento le affida, a porre direttamente in votazione” il decreto “per assicurare che la deliberazione dell’assemblea avvenga nei termini costituzionali”, ha affermato Lorenzo Fontana interrompendo le dichiarazioni di voto.
La difesa del provvedimento arriva, ovviamente, da Fdi. Il capogruppo del partito alla Camera Tommaso Foti ha specificato che il decreto non è stato approvato attraverso lo strumento della ghigliottina ma rispettando “l’articolo 64 della Costituzione. E stupisce davvero che chi si professa custode della stessa voglia calpestarla, piegarla e sventolarla ai propri desideri e fini. Con Giorgia Meloni presidente, finalmente l’Italia smette di essere una zona franca per gli spacciatori e non ci saranno più scappatoie, misure blande e scarcerazioni anticipate per i mafiosi. Le opposizioni hanno perso l’occasione per unirsi alla nostra battaglia per la legalità”.
Di tenore diametralmente opposto le parole della deputata dem Irene Manzi: “Eccoci qui, a 24 ore dalla fine dell’anno il Governo Meloni chiude il dibattito parlamentare con la tagliola. Non sono bastati due mesi per convertire un decreto inutile e dannoso. E ancora una volta si forzano le regole parlamentari con gli strumenti contro cui la presidente del Consiglio si scagliava urlando. Proposito per l’anno nuovo: fermiamoci a riflettere insieme e diamo uno stop a quante forzature. Ne guadagnerebbe la democrazia e il già malconcio rapporto dei cittadini con le istituzioni”.
Anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha sottolineato come il ricorso alla ghigliottina di fatto abbia compromesso il ruolo dell’opposizione. “Veniamo da uno spazio compresso già sulla legge di bilancio, dove è stata negata la possibilità all’opposizione di svolgere il suo ruolo e dare un contributo purtroppo adesso, con questo ultimo strumento della tagliola, la compressione per quanto riguarda la possibilità per l’opposizione di svolgere il suo ruolo è stata ulteriormente confermata. Ci ritroviamo con una mortificazione del ruolo dell’opposizione”, ha affermato Conte.
Il decreto, però, non ha raccolto il consenso neppure in tutta la maggioranza. Tredici deputati di Forza Italia non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti in missione erano 4. Non hanno partecipato al voto, inoltre, pur non essendo in missione anche 10 deputati di Azione- Italia Viva.
Nel dettaglio, in relazione al contenuto del provvedimento, il decreto dispone: “Chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati per realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da euro 1.000 a euro 10.000, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi”. È stabilita inoltre la confisca delle “cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” e di “quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto”.
Il decreto interviene inoltre sul cosiddetto ergastolo ostativo. Per i reati definiti ostativi, quali quelli di stampo mafioso o terroristico, si prevede l’innalzamento da 26 a 30 anni della durata del periodo di pena da espiare per l’accesso alla liberazione condizionale del detenuto per reati ostativi. Se, invece, il detenuto per reati ostativi è stato condannato ad una pena inferiore all’ergastolo è disposto l’allungamento da 5 a 10 anni della libertà vigilata. Al contempo, il provvedimento ammette ai benefici penitenziari i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione, dalla concussione alla corruzione al peculato, anche se non hanno collaborato con la giustizia.
Nel decreto, infine, è inserita una norma che prevede il reintegro del personale sanitario no vax. “Per il personale esercente le professioni sanitarie, per i lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie nonché per il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e socio-sanitarie” essendo venuto veno l’obbligo vaccinale è disposto il reintegro qualora siano stati sospesi per inosservanza dell’obbligo. Sospese anche le multe per l’inadempimento all’obbligo vaccinale dei cittadini sopra i 50 anni.
Il provvedimento, poi, stanzia 35,8 milioni per l’attuazione del Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu) 2021-2023.
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