Sfruttando sole, acqua e vento il nostro Paese può uscire dall’area di crisi in cui la guerra in Ucraina e le speculazioni legate alle energie fossili l’hanno sospinto. Un vantaggio competitivo non indifferente che si somma al fatto che il leader globale nella produzione di energia rinnovabile è l’italiana Enel Green Power

 di Carlo Longo

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, con queste illuminate parole, il poeta Giuseppe Ungaretti sottolineava quanto fragile e precaria fosse ogni esperienza umana. Il genio sottostante il componimento è testimoniato anche dal preveggente titolo della stessa poesia: “Soldati”. La guerra è alle nostre porte, il gelo dell’inverno all’uscio e la crisi energetica figlia dell’invasione dell’Ucraina si fa sentire in tutta la sua drammaticità, con i governi di mezza Europa impegnati a disputarsi a suon di miliardi l’ultimo gas rimasto su piazza. In questo contesto di precarietà una soluzione chiara ed evidente, parziale se volete ma pur sempre risolutiva di un bel pezzo del problema, l’avremmo sotto gli occhi e anche sotto casa. Ci riferiamo alle energie rinnovabili di cui Enel, il nostro campione nazionale di settore, è leader indiscusso sia a livello nazionale che globale attraverso la controllata Enel Green Power.

Avremmo con le rinnovabili la soluzione principale a portata di mano, ma finora il nostro Paese non sembra averlo capito fino in fondo: passiamo da un rafforzamento dell’uso dei combustibili fossili, in primo luogo il gas, al varo di politiche di risparmio energetico che ricordano i tempi dell’austerity anni 70 senza invece insistere ed accelerare su solare, eolico o geotermico. Intendiamoci, tutto aiuta ma non è solo con le docce più brevi e con i riscaldamenti di casa accesi più tardi e per lassi di tempo più corti che risolveremo questa crisi energetica.

Occorre anche ricordare che l’Italia, pure essendo seconda in Europa per le risorse rinnovabili, nel continente è uno dei paesi con la più bassa autonomia energeticacapace di produrre nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. La posizione occupata dall’Italia in termini comparativi, è del quintultimo Paese in Ue per il ricorso alle rinnovabili davanti solo a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%).  Senza poi contare che con la ripresa dell’uso dei combustibili fossili gli obiettivi europei di sostenibilità, che puntavano a Net Zero entro il 2030, ce li possiamo scordare.

Insomma, se questa drammatica crisi poteva avere un effetto positivo questo era l’accelerazione dell’implementazione di impianti di energia rinnovabile. Invece vediamo che l’odiata CO2, l’anidride carbonica tanto dannosa al clima e alla nostra salute, continua a circolare e a crescere nelle nostre città mentre la burocrazia continua ad essere un freno allo sviluppo di produzioni energetiche sostenibili. Il tutto senza impedire che ogni giorno che passa la tanto agognata autonomia energetica del nostro Paese si allontana.

Allora vediamo di capire cosa si potrebbe fare per dare all’Italia un futuro energetico autonomo e sostenibile.

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Le rinnovabili in Italia

Come abbiamo già detto, la prima azione da sostenere sarebbe un rilancio a tutto tondo delle energie rinnovabili. Siamo un Paese ricco di vento, di acqua, di sole, abbiamo cioè tutte le fonti capaci di produrre energia pulita. Si potrebbero dunque sfruttare tutte queste risorse e raggiungere nell’arco di uno/due anni, come calcolano gli esperti, il 58,4% di autonomia energetica, quasi triplicando gli attuali livelli con un incremento di quattro volte rispetto a quello degli ultimi 20 anni.

La nostra bassa autonomia energetica potrebbe dunque trovare una soluzione concreta proprio attraverso un più intensivo uso delle rinnovabili. Per comprendere le potenzialità di cui disponiamo del resto è sufficiente ricordare quanto il nostro Paese ha realizzato tra il 2000 e il 2019, anni in cui il livello di produzione da fonti rinnovabili in Italia è aumentato di 9 punti percentuali. Altrettanto evidente è la crescita di mercato che Enel Green Power (EGP) ha conseguito tanto in Italia quanto all’estero, diventando il più importante player globale di questo settore.

Così come significativo è l’indice composito elaborato da The European House – Ambrosetti, che, considerando la disponibilità di acqua, sole e vento sul territorio, evidenzia come l’Italia è seconda in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili. Nonostante questi straordinari asset, l’Italia non ha ancora trovato il modo di snellire le sue procedure burocratiche per fare decollare la produzione di energie rinnovabili e così garantire al Paese la tanto agognata autonomia energetica. Un problema non di poco conto al quale occorrerà porre rimedio al più presto.

Le concrete prospettive di sviluppo

Guardando più da vicino a cosa si può realmente fare per avere più energia pulita e a quali tecnologie impiegare, non si può non cominciare dal sottolineare che occorre aumentare il ricorso all’uso del fotovoltaico, cioè la tecnologia che consente di sfruttare il sole come fonte energetica. Per capire l’importanza di questa fonte basti pensare che se ogni edificio di civile abitazione installasse sui propri tetti pannelli fotovoltaici potrebbe raggiungere l’indipendenza dall’energia elettrica per il 90% del suo fabbisogno.

E se poi ai moduli fotovoltaici venisse abbinata una pompa di calore ibrida o elettrica, alimentata dall’energia solare, anche per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria si potrebbe fare completamente a meno di metano o GPL. Inoltre, ogni palazzo che si dotasse di pannelli solari potrebbe utilizzare l’energia generata dal sole per soddisfare il proprio fabbisogno e, al contempo, decidere di conservare quella in eccesso in apposite batterie d’accumulo per fare fronte al bisogno di energia nei momenti in cui manchi il sole. Implementando impianti fotovoltaici, si stima che questa tecnologia ha opportunità di sviluppo cinque volte superiori rispetto a quelle odierne. Per essere precisi si parla di 105,1 GW addizionali, di cui il 40% è legato ad impianti sui tetti dei palazzi e il 60% agli impianti a terra. Questi ultimi di particolarmente importanza se si considerano le possibilità che arrivano dagli spazi industriali disponibili.

Per non parlare poi dell’efficacia dell’agrivoltaico, vale a dire dell’implementazione nel comparto agricolo degli impianti fotovoltaici. Una tecnica molto efficace che consente di inserire nelle aziende agricole la produzione di energia pulita realizzata attraverso pannelli solari implementati con tecniche che si integrano nelle normali produzioni e tendono ad un impiego degli spazi inutilizzati, come i tetti dei capannoni o le aree dismesse.

Importanti possibilità di sviluppo di energia sostenibile si colgono anche valorizzando gli impianti eolici. In questo settore gli studi dicono di un possibile incremento di potenza di 21,1 GW rispetto ad oggi e quindi di raddoppiare l’attuale capacità. Le maggiori opportunità di sviluppo in questo ambito vengono dal sud Italia da regioni come Puglia, Sicilia e Sardegna con il 63%. L’idroelettrico, invece, ha prospettive di sviluppo soprattutto al nord Italia (Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte) e attraverso il repowering di impianti esistenti e lo sviluppo di alcuni mini impianti potremmo avere un incremento del 20% dell’attuale capacità idroelettrica.

Non dimentichiamo l’idrogeno verde

Definito anche “Il carburante delle stelle”, l’idrogeno costituisce il 90% della massa visibile dell’universo. Tra i combustibili è quello con il massimo contenuto di energia per unità di peso, che è di tre volte superiore a quello della benzina, ha un’enorme densità energetica, potenzialmente ad emissioni zero. Questo aspetto fa sì che quando si parla di transizione energetica e di completa decarbonizzazione del sistema energetico non si può prescindere dall’utilizzo dell’idrogeno verde. Eppure, sul punto, L’Italia non ha ancora una strategia nazionale. E’ chiaro comunque, che il problema dell’idrogeno verde, che nel lungo periodo appare la soluzione più competitiva ed efficiente, è indissolubilmente legato alla predisposizione di sempre nuovi impianti di energia rinnovabile necessari per estrarlo.

Da questa rapida analisi della situazione energetica italiana e delle fonti rinnovabili disponibili, appare chiaro che attraverso una più attiva collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla necessaria predisposizione di un migliore quadro normativo, è possibile che, con il coinvolgimento di stakeholders, centri di ricerca ed users, l’Italia sia nelle condizioni di sfruttare più proficuamente il suo immenso patrimonio in termini di risorse disponibili per lo sviluppo delle rinnovabili. Le prospettive di espansione ci sono, appaiono chiare ai più e la strada da intraprendere è non solo la più vantaggiosa ma anche l’unica possibile: occorre solo percorrerla e è garantito che i benefici saranno pressoché risolutivi. Tutto questo, naturalmente, prima che l’ultima foglia sia caduta e che l’albero sia irrimediabilmente seccato.

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