Il Direttore della divisione Enel Grids Antonio Cammisecra: lavoriamo per “anticipare i fenomeni di elettrificazione e partecipazione dei clienti alla trasformazione del sistema energetico e adattare l’infrastruttura elettrica. Nelle tecnologie digitali Enel pioniera sin dal 2001 ”
di Ennio Bassi
“Grid Futurability”. Sono due termini sconosciuti ai più, anche a quelli che parlano inglese. Eppure, queste due parole, che hanno a che fare con la distribuzione dell’energia elettrica, descrivono un mondo che sta cambiando e che ha grandi capacità di migliorare la vita di tutti noi. Antonio Cammisecra, il Direttore delle Reti del Gruppo Enel a livello globale, lo ha spiegato efficacemente. “Per sostenere la transizione energetica è fondamentale una trasformazione del ruolo delle reti di distribuzione in piattaforme che abilitino innanzitutto la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti ; reti partecipative quindi, ma anche più resilienti al fine di migliorare l’affidabilità e la qualità del servizio anche in caso di fenomeni climatici estremi, e sostenibili per azzerare l’impatto delle reti stesse sull’ambiente. Questo è ciò che intendiamo per Grid Futurability. Per raggiungere questo obiettivo l’innovazione e le nuove soluzioni digitali hanno un ruolo chiave ”.
Le reti elettriche, va ricordato, sono al centro di un nuovo modello energetico basato sulla generazione di elettricità rinnovabile di scala sempre più piccola e a livello locale, spesso prodotta direttamente da privati o aziende. Questa elettricità green e a Km zero è collegata direttamente alla rete di distribuzione e messa a disposizione di tutti i cittadini per consentire l’elettrificazione e cogliere i vantaggi di una energia a basse emissioni di anidride carbonica. Questo modello, che sposa appieno gli obiettivi della transizione energetica, è quello per cui Enel si prepara attraverso la Grid Futurability, tracciando un’efficace linea guida per gli investimenti nelle reti elettriche delle aree sia urbane che rurali, identificando e dando priorità al rinnovamento, al potenziamento e all’espansione delle reti nei prossimi anni per renderle pronte al cambiamento. Detto in altre parole, la “futuribilità della rete” è un percorso attraverso il quale Enel intende contribuire all’accelerazione della transizione energetica attraverso infrastrutture sempre più efficienti, sostenibili e smart. Un sistema di distribuzione dell’energia elettrica in cui, ad esempio, l’interconnessione della rete con i contatori degli edifici commerciali e residenziali rende possibile l’ottimizzazione produttiva e distributiva a beneficio del consumatore finale. Si parte dal digitale che, ancora una volta, porta la sua carica innovativa, la sua capacità di rapida assunzione ed elaborazione di dati in un settore dove ogni risparmio e ogni ottimizzazione produce miglioramenti significativi per il sistema Paese.
Enel pioniera delle tecnologie digitali sin dal 2001
In un momento come è l’attuale, in cui l’energia è al centro del dibattito politico, economico e sociale, ogni innovazione è da considerare un elemento positivo da sostenere. Per la distribuzione, Enel ha cominciato questo percorso già molto tempo fa, a partire dal lancio della tecnologia più conosciuta e iconica della rete: lo smart meter. Spiega ancora il Direttore della divisione, Cammisecra: “Siamo stati i pionieri di questa tecnologia digitale nel 2001, misurandone l’impatto positivo sulla qualità della fornitura con oltre 45 milioni di dispositivi attualmente installati in tutto il mondo. Oggi, continuando a installare contatori intelligenti di nuova generazione, stiamo consentendo ai consumatori di svolgere un ruolo più attivo e partecipativo, facilitando nuovi schemi di mercato e continuando a ridurre i costi di sistema e l’impronta ambientale delle operazioni di rete”.
Un esempio dei benefici tangibili che la digitalizzazione offre ai clienti finali è rappresentato dal nuovo modello di comunicazione dello smart meter “chain 2” attraverso il quale la più recente generazione di contatori consente di condividere informazioni in tempo quasi reale sui consumi e sulla produzione di energia, esplorare nuove funzioni come ad esempio l’automazione domestica per ottimizzare i consumi. Ma la digitalizzazione sta interessando l’intera catena dell’infrastruttura di distribuzione dell’energia elettrica, dalle case dei consumatori fino alle imponenti sottostazioni che collegano le reti di alta tensione a quelle di media tensione, consentendo di sfruttare la potenza dei big data e dell’intelligenza artificiale per l’automazione della rete, innovando in campi quali le reti c.d. self-healing (capaci, cioè, di rilevare, analizzare e risolvere autonomamente eventuali problemi attraverso tecnologie intelligenti) e la manutenzione predittiva. Questa potente combinazione di infrastrutture e tecnologia (infra-tech) è fondamentale per garantire flessibilità e resilienza dei sistemi elettrici.
Innovazione decisiva ma ciclo autorizzativo da velocizzare
Possiamo quindi dire che l’innovazione è una delle chiavi da utilizzare per portare a quelle efficienze capaci di contribuire ad abbassare il costo dell’energia elettrica. Ma anche il contesto in cui ci muoviamo gioca un ruolo decisivo. In una recente intervista rilasciata a Bloomberg Sanjeet Sanghera, Head of Grids & Utilities, ha evidenziato alcuni degli impatti negativi derivanti dai ritardi dovuti alla burocrazia. “Molti dei problemi per la realizzazione di un’infrastruttura non sono necessariamente tecnici – ha spiegato Sanghera – gli ingegneri hanno già risolto molti dei problemi, ma le ragioni per cui i progetti non vengono realizzati sono in realtà dovute a sfide politiche, ritardi normativi o problemi di autorizzazione.”
C’è dunque un tema di innovazione e di sviluppo tecnologico, così come c’è un tema di procedure amministrative dalle quali dipendono i tempi di attuazione dei vari progetti e di conseguenza anche le performance economiche. Ma occorre anche tenere in considerazione alcuni aspetti legati al mondo del lavoro. L’evoluzione delle infrastrutture di distribuzione nella transizione energetica continuerà infatti a richiedere innovazione non solo dal punto di vista delle tecnologie a servizio della rete ma anche delle competenze e degli strumenti delle persone che si occupano della loro gestione. In tal senso, gli strumenti digitali della forza lavoro diventano fondamentali, rendendo più efficaci le operazioni sul campo e le attività di formazione o di supervisione della sicurezza anche in condizioni ambientali difficili. Inoltre, contribuiscono a garantire i più alti standard di sicurezza operative attraverso la realtà aumentata, la scansione dei droni e la tecnologia satellitare per migliorare l’efficienza e supportare le ispezioni sul campo o la manutenzione.
In altre parole, le infrastrutture sono il fondamento essenziale delle attività economiche e sociali: le reti di distribuzione dell’energia elettrica del futuro sono più accessibili, flessibili e inclusive, svolgono un ruolo centrale nel consentire alla società su larga scala e agli stakeholder di raggiungere i propri obiettivi sostenibili. Ecco perché il coinvolgimento dei clienti, delle comunità e degli stakeholder è fondamentale per la Grid Futurability e dovrebbe essere facilitato dagli sforzi congiunti dei regolatori, del governo e del settore privato. Serve cioè un quadro normativo appropriato e dinamico che garantisca livelli adeguati di remunerazione degli investimenti e schemi di incentivazione, senza di cui l’impegno degli investitori sarà ostacolato e i cittadini limitati nelle possibilità di contribuire alla transizione.
Sostenibilità e resilienza pilastri della Grid Futurability
È infine doveroso ricordare altre due questioni che sono al centro dell’universo che ruota intorno al mondo della Grid Futurability. Innanzitutto, la sostenibilità. Una dimensione intrinseca che la rete del futuro deve avere, grazie all’innovazione dei suoi componenti e a processi di costruzione e gestione basati sui principi di circolarità, nel pieno rispetto dell’ambiente e avendo come obiettivo l’azzeramento delle emissioni intrinseche all’infrastruttura stessa.. E poi c’è il tema della resilienza. L’approccio industriale di Enel punta a garantire un servizio affidabile in termini di qualità e continuità, dato che l’elettricità diventerà ancora più essenziale in un mondo completamente elettrico, ma anche in grado di affrontare la crescente pressione del cambiamento climatico, di far fronte a condizioni operative estreme e alle conseguenti potenziali interruzioni del servizio. È proprio per questo che sostenibilità e resilienza sono parte integrante della stessa faccia della medaglia chiamata futuro.
Insomma, le reti elettriche del futuro abilitano uno scenario caratterizzato da maggiore elettrificazione degli usi energetici da parte di famiglie e imprese. Fisicamente più efficiente di altri vettori, l’energia elettrica, soprattutto se generata da fonti rinnovabili, contribuisce ad arginare il caro energia e a proteggere la sostenibilità del pianeta. In uno scenario complesso come quello che stiamo attraversando, le reti giocano dunque un ruolo determinante. La “Grid Futurability” di Enel, come abbiamo visto, va in questa direzione, dando un contributo decisivo alle ambizioni di decarbonizzazione di città e nazioni. C’è da augurarsi che tutti gli attori coinvolti si uniscano in questo percorso per accelerare il raggiungimento del medesimo, comune obiettivo: un’energia accessibile e green.
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