Accettando l’incarico senza riserve e presentando il suo Governo, la Presidente di Fratelli d’Italia entra nella storia come primo Premier Donna e come colei che di fatto mette fine alla vicenda politica di Silvio Berlusconi
di Guido Talarico
Tanto tuonò che arrivò Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d’Italia, accettando senza riserve l’incarico di formare il Governo offertole dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e presentando la lista del suo Governo, ha scritto oggi varie pagine di storia patria. La pagina più evidente è quella sulla rottura di un tabù. Finalmente il nostro Paese ha un premier donna. In barba alla sterilità del femminismo di sinistra, il primo Presidente del Consiglio della Repubblica italiana è una donna di destra che viene da un quartiere popolare, la Garbatella di Roma, e che si è fatta da sola.
Ma a guardare bene non è solo questa la pagina di storia che Giorgia Meloni ha scritto oggi. La neo incaricata premier oggi ha messo la parola fine alla vicenda politica di Silvio Berlusconi, la personalità che, nel bene e nel male, ha maggiormente caratterizzato la scena politica nazionale del Paese negli ultimi 30 anni. L’elenco dei ministri presentato da Meloni dimostra che il Cavaliere non ha avuto nulla di quello che voleva. Nè la sua fidatissima Licia Ronzulli al Governo, nè la Casellati alla Giustizia, neppure la Difesa ha avuto che è andata a Crosetto, nè tantomeno l’economia che, come ampiamente previsto, è andata a Giorgetti. Per Berlusconi, fuori già dalle presidenze di Camera e Senato, solo ministeri minori. Antonio Tajani è diventato Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, due ruoli fondamentali, soltanto perché è riuscito a rendere chiaro a tutti (anche col suo repentino quanto provvidenziale volo a Bruxelles) che è lui a rappresentare il Partito Popolare Europeo nel Governo. Una nomina che sancisce la sconfitta di quella parte importante di Forza Italia che in tutti i modi ha cercato di metterlo in difficoltà, anche col mezzuccio degli audio rubati.
Tutto questo certamente resterà nelle pagine di storia come l’epilogo della vicenda politica di Forza Italia e di Silvio Berlusconi. Anche per Matteo Salvini questo Governo rappresenta un enorme ripiegamento rispetto alle aspettative prelettorali, ma, va detto, è riuscito a contenere i danni. Ha lasciato a Berlusconi il ruolo del guastatore, ha fatto da mediatore e alla fine ha portato a casa il suo. Ma è proprio nella gestione del rapporto con Berlusconi e Salvini che, come dicevamo, Meloni ha saputo dimostrare nei fatti di che pasta è fatta. Non solo ha vinto da donna nata e cresciuta fuori dalle stanze del potere, ma ha anche dimostrato di avere grandi doti di leadership. Ha arginato e gestito il vecchio leone, e il supposto successore, con la fermezza di chi sa fare politica, di chi non è ricattabile, di chi è disposta a rinunciare a tutto pur di non cedere ai suoi principi, alle sue convinzioni.
Il Governo che ha presentato accogliendo al Quirinale l’incarico senza riserve, per come è nato e per come è composto, racconta una storia che appunto entrerà nei libri. Poi c’è il domani, il futuro di questo Governo. C’è da giurarci che tanto Berlusconi quanto Salvini, non molleranno la presa e faranno di tutto, forse più delle opposizioni, per mettere in difficoltà la “Signora”. Useranno ogni mezzo in loro possesso per recuperare terreno e lenire gli effetti di questa sconfitta. Comincerà una danza che punterà a logorare chi finora è stata all’opposizione, a far perdere grinta, entusiasmo e credibilità a questa ragazzina dagli occhi blu.
“La politica è sangue e merda”, diceva Rino Formica. La stagione che si apre ne promette molto e di entrambi gli ingredienti. A destra, per quello che abbiamo appena descritto, come a sinistra, dove, come dicono in Sicilia, il “nulla mischiato col niente” darà prova della sua inconsistenza. Sullo sfondo un Paese esausto, che non sa più a che santo votarsi per affrontare il prossimo biennio, forse il più duro della storia repubblicana. Ma questo è domani. Oggi si celebra una donna che ha cominciato a fare politica attaccando manifesti, girando per i quartieri, difendendo sempre e comunque, piacia o no, il suo punto di vista. E lo ha sempre fatto con coraggio e dignità, anche nei momenti difficili, anche quando dovette ricostruire una storia mandata in frantumi dai Fini e dagli Alemanno. I tanti no che ha detto sono i padri dei tanti si che oggi ha raccolto e che la portano a Palazzo Chigi. Non sappiamo come andrà a finire. Sappiamo però che oggi è il giorno di Giorgia e che senza dubbi resterà nella storia.
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