Quello che leggerete qui di seguito è il comunicato che ci ha mandato La Casa delle Donne Lucha y Siesta, “un luogo – come si legge nel loro sito – materiale e simbolico di autodeterminazione delle donne contro ogni discriminazione di genere. Un esperimento innovativo e riuscito: un progetto politico che promuove nuove formule di welfare e di rivendicazione dei diritti a partire dal protagonismo femminile”. Lo pubblichiamo integralmente perché pensiamo che ogni forma di impegno sociale debba essere incoraggiata, lo pubblichiamo perché il progetto Luchasegnale (e tutte le immagini che vedete in questa pagina) è stato creato da Alex Hogre, e, l’opera qui di sopra, insieme a Doublewhy. Due eccellenti protagonisti della scena nazionale del Subvertising*, un genere di comunicazione un po’ pirata: quel sabotaggio culturale che utilizzando gli spazi ed i linguaggi della pubblicità pone all’attenzione dell’opinione pubblica temi d’interesse sociale che altrimenti difficilmente avrebbero accesso ai grandi canali della comunicazione. Una comunicazione dunque molto diversa da quella che siamo abituati a vedere ma che, in momenti di grande omologazione e di accessi controllati ai canali di distribuzione delle notizie, può essere di grande stimolo per chi ha orecchie per sentire e occhi per guardare. (Guido Talarico)
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La scorsa notte è apparso nei cieli di Roma il Luchasegnale, per dire a tutte le donne e tuttɜ lɜ sorellɜ che siamo ancora qui! Se il batsegnale viene proiettato nel cielo di Gotham quando è necessario l’intervento del supereroe (maschio cis bianco etero ricco, ovviamente) e la sua sola apparizione è un deterrente per il crimine, noi sovvertiamo questo sistema: il luchasegnale illumina quei luoghi di Roma dove c’è estremo bisogno della lotta transfemminista. Dalle Regioni che promettono e non mantengono agli ospedali pieni di obiettori, dai consultori neutralizzati alla privatizzazione della sanità, dalle scuole ridotte a brandelli al Campidoglio che fa mera campagna elettorale senza reali investimenti né un progetto politico a lungo termine per il contrasto alla violenza di genere fino alle chiappe del cavallo di Marc’Aurelio, perché solo chi non la fa davvero pensa che la lotta non strappi mai una risata.
Oggi, 8 dicembre, è il giorno in cui chi dovrebbe occuparsi dei diritti della cittadinanza accende alberi di Natale. Non facciamoci distrarre, facciamo luce su ciò che davvero ci serve. Resistere in questo periodo assurdo è più complesso e più necessario che mai. La gestione della pandemia ha mostrato chiaramente le priorità di chi governa questo paese, e la violenza maschile sulle donne e sulle libere soggettività non è fra queste. Ma se ci spingono in un angolo, per noi è solo il punto del ring da cui le luchadoras prendono la rincorsa nei loro percorsi di liberazione. Il Luchasegnale non chiama supereroi né invita alla rettitudine, ma fa luce su tutte le battaglie che ogni giorno in quei luoghi sono combattute e invita tuttз a partecipare per illuminare altri luoghi, altri bisogni e altri desideri, a essere luchadoras. Assolutamente consapevoli che la nostra arma migliore è la favolosità, ribaltiamo la narrazione del Natale per dire che nonostante i calendari dell’avvento, le promesse, le palle varie, siamo ancora qui. Noi ci siamo e continueremo ad esserci per qualsiasi donna, libera soggettività, sorella e bambinə che abbia bisogno di liberarsi dalla cafona prepotenza patriarcale.
La lunga cometa transfemminista attraverserà le città perché il Luchasegnale parla anche a chi pensa di zittirci, ignorarci e isolarci, anzi grida: stiamo arrivando.
Siete in debito, per tutto il nostro lavoro di cura. Lucha y Siesta è solo l’inizio, perché ci prenderemo tutto.
#luchaallacittà #LuchaSegnale Lucha Y Siesta
Dall’Eciclopedia Trecani*
Subvertising Termine derivante dalla crasi dei vocaboli anglosassoni subvert (sovvertire) e advertising (pubblicità), indica la pratica di “vandalizzazione creativa” di manifesti pubblicitari e forma di culture jamming (sabotaggio culturale) adoperata da diversi collettivi e movimenti contro il sistema consumistico della società e il monopolio della pubblicità nello spazio visuale urbano. L’operazione consiste nel sovvertimento del messaggio di un cartellone pubblicitario attraverso alterazioni o ri-creazioni dell’immagine originaria, dando vita, con ironia e sarcasmo, a una critica nei confronti dei brand – a essere prese di mira sono soprattutto le grande aziende multinazionali – titolari del cartellone stesso. Tale attività trova le proprie radici storiche nel détournement teorizzato dal movimento delle internazionali lettrista e situazionista degli anni Cinquanta, in cui la volontà di creare nuove visioni culturali rispetto a quelle imposte dalla cultura di massa e dai mezzi di telecomunicazione spinge a modificare immagini pubblicitarie e fumetti con delle variazioni che producono uno scarto di senso, realizzando decontestualizzazioni che provocano sorpresa, altresì mescolando livelli e fonti culturali differenti per produrre uno spaesamento da cui deriva una situazione nuova e una diversa prospettiva di visione. Pur potendo annoverarsi tra le innumerevoli pratiche di street art, il s. costituisce una forma di intercessione e attivismo sociale più che una vera e propria pratica artistica, contemplando prevalentemente il lato sociopolitico dell’intervento rispetto a quello estetico. Tuttavia diversi artisti operano sovrapponendo alterazione pubblicitaria e appropriazione creativa, come nel caso dello statunitense Ron English, autore del personaggio di “Mc Supersized”, un Roland Mc Donald obeso che al tempo stesso disturba la campagna promozionale di Mc Donald’s e diventa icona del suo lavoro artistico. Tra i più famosi collettivi di subvertiser si annoverano lo storico Billboard Liberation Front, nato a San Francisco nel 1977 e attivo soprattutto nel sovvertimento di billboards, i grandi cartelloni pubblicitari che spesso caratterizzano il panorama urbano e suburbano degli Stati Uniti. Segue la stessa filosofia, con maggiore orientamento verso i manifesti pubblicitari installati presso le pensiline del trasporto pubblico urbano, il movimento Brandalism (“vandalismo dei brand”). Nato nel Regno Unito, è salito alla ribalta mediatica per l’installazione a Parigi, nel 2015, di circa seicento manifesti creati appositamente da artisti e attivisti di tutto il mondo. La protesta ha attirato l’attenzione su temi ambientali ed ecologici contestualmente allo svolgimento della conferenza mondiale sul clima
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