di Francesco Negri
E’ successo quel che doveva succedere e che tutti avevano previsto e anticipato: il London Stock Exchange ha confermato la vendita per 4,325 milioni di euro di Borsa Italiana al consorzio guidato dai francesi di Euronext e che ha come azionisti principali i due campioni della finanza nazionale, vale a dire Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e prestiti. In questa partita, gli inglesi hanno preferito questa cordata a quella di Deutsche Börse e della svizzera Six. Naturalmente è solo un fatto di soldi, l’offerta italo/francese era di gran lunga la migliore.
L’intervento di Cassa depositi e prestiti (intervenuta tramite Cdp Equity) e Intesa Sanpaolo come investitori strategici sarà consistente e duraturo. In un comunicato si legge che l’impegno di lungo termine di sostenere la crescita di Borsa Italiana è volto ad attirare le pmi ai mercati di capitali e a sostenere le ambizioni di crescita di Euronext. L’Italia rappresenterà il singolo mercato più rilevante della nuova Euronext, con circa un terzo dei ricavi e degli occupati complessivi.
Tutta l’operazione di acquisizione è andata liscia ed anzi si è chiusa in anticipo rispetto alla scadenza di metà ottobre ipotizzata nelle scorse settimane. Nelle prossime ore si provvederà ad un aumento di capitale, che porterà Cdp Equity al 7,3% dell’azionariato di Euronext (al pari della Caisse des Dépôts et Consignations) e Intesa Sanpaolo a circa il 2,2%. A Cdp spetterà la presidenza della holding.
Questa operazione assegna ai protagonisti un importante primazia continentale. Con l’aggregazione tra Euronext e Borsa Italiana nasce infatti la prima piazza di quotazione azionaria in Europa, con oltre 1.800 società quotate. Una leadership che vale anche per il mercato secondario, con circa 11,7 miliardi di euro di valore azionario negoziati quotidianamente e la prima piazza europea per l’equity financing, con oltre 42 miliardi di euro raccolti nel 2019 dagli investitori per finanziare società in Europa.
Un risultato importante sottolineato in un comunicato nel quale si legge che l’aggregazione tra Euronext e Borsa Italiana porterà immediatamente ad un aumento dell’utile per azione, prima ancora di registrare le previste sinergie di 60 milioni lordi annui a regime (entro il terzo anno). A tal proposito, si stimano sinergie di costo da 45 milioni lordi, «principalmente generate dalla migrazione dei mercati cash equity e derivati di Borsa Italiana verso Optiq, la piattaforma di trading proprietaria di Euronext». Inoltre – recita ancora la nota – si avranno ulteriori sinergie tecnologiche risultanti dalla cooperazione delle attività di Csd e dalla condivisione di competenze, processi e sistemi all’interno del gruppo risultante dall’aggregazione.
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